Avellino – Firenze rappresenta una nuova Waterloo stagionale per la Sidigas Avellino. La formazione di Pino Sacripanti viene eliminata per il secondo anno consecutivo dalle Final Eight. Nella passata edizione fu la Dinamo Sassari a cacciare fuori Avellino, quest’anno invece, ci ha pensato la Vanoli Cremona di Meo Sacchetti. La formazione lombarda si conferma una chimera per i biancoverdi. Ma ora? E’ cominciata la caccia al capro espiatorio. Dal tecnico, ai giocatori fino ad arrivare alla proprietà.
Innegabile che, questa sconfitta, possa pesare sulla testa dei giocatori da qui alla fine del campionato. La cartina tornasole del momento della Scandone è quel parziale di 18-0 a cavallo tra primo e secondo quarto. Davanti al momento di difficoltà si sono presentati dei fattori che in una squadra del genere non devono mai esserci. Stanchezza, arrendevolezza ma soprattutto senso di appagamento. Ad Avellino non bastano nemmeno Rich e D’Ercole che, hanno dimostrato, di voler dare il loro contributo. Nonostante gli sforzi dei due giocatori, Avellino, torna a casa tra critiche e musi lunghi.
“Tante aspettative su di noi che dovevamo gestire meglio“. E’ uno dei tanti messaggi che al termine del match, Sacripanti, ha lanciato. Il tecnico canturino, però, non ha messo in preventivo che Avellino da e allo stesso tempo vuole tanto. E’ una piazza romantica che, alla prima occasione utile si esalta. Ma basta un nonnulla a ritrovarsela contro. Ad oggi la sconfitta di Firenze rappresenta il punto più basso degli ultimi due anni e mezzo. Ora la palla, o meglio, la patata bollente passerà nelle mani di Sacripanti che dovrà essere bravo a rialzare la squadra. Ci sono ancora due obiettivi in corsa: campionato e Europe Cup.
[Foto: LegaBasket]
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