Mariani: “Cari tifosi, meritate l’Europa: i miei amici sono rimasti stupiti”

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Benevento – Soffre e parla da capitano, Pedro Mariani. Le presentazioni sono evitabili, non esiste tifoso giallorosso che non abbia vissuto o almeno sentito parlare di lui e di quel gol alla Fidelis Andria, ultimo tassello di una splendida carriera. Lo hanno amato ovunque, ma nel Sannio Pedro ha trovato una condizione di serenità che lo ha completato dal punto di vista umano. E’ anche per questo che gli piange il cuore a vedere il suo Benevento affannarsi per provare ad essere competitivo in serie A, ma il tono di voce e l’espressione cambiano quando si parla dei tifosi e della strada percorsa da questo club negli ultimi anni. A pochi giorni dalla sfida contro il Torino, altra squadra a cui è legato in maniera indissolubile, il punto della situazione è presto tracciato. “Parlare di Benevento è sempre un piacere, anche perché nessun ultimo posto in classifica consentirà mai alle persone e agli amanti del calcio di avere un giudizio negativo su questa magnifica realtà. Ho negli occhi gli oltre 2.500 tifosi di Bologna, il loro colore e le telefonate che mi hanno raggiunto già dalla serata di domenica”. 

Aspettative – Nella nostra intervista telefonica abbiamo affrontato vari temi caldi, ma non potevamo che partire da quelle che in qualche modo sono state le aspettative deluse di inizio stagione: “Parto dal presupposto che il Benevento in serie A è una storia magnifica, ma è chiaro che da tifoso ho il rammarico di non aver visto una squadra competitiva a causa di quelli che a mio avviso sono stati errori effettuati in estate. Il presidente Vigorito è un uomo ambizioso e passionale, a lui va tutta la mia stima e la mia vicinanza, ma proprio perché è una persona riconoscente non ha voluto fare scelte forzate affidando le sorti della squadra a chi lo aveva condotto in A. Col senno di poi questo si è rivelato un errore, perché la serie A è diversa dalle altre categorie. La serie A è un sistema a cui devi adeguarti, se non programmi sulla base di certi meccanismi, per te si fa davvero dura”. 

Futuro – Dopo le due vittorie con Chievo e Sampdoria per la Strega è arrivato uno stop pesante a Bologna, ma per Mariani il crocevia è stato un altro: “Avevo individuato nella gara contro la Spal al Vigorito un’occasione per riaprire i giochi, ma fu persa anche quella in maniera del tutto rivedibile. Io sono un inguaribile ottimista, finché la matematica non mi condanna non sono per nulla rassegnato, ma occorre un’impresa importante. Con il Torino non possono esserci altri risultati se non la vittoria. Da tifoso e capitano, io ci credo. A inizio stagione avevo detto apertamente che mi auguravo un Torino in Europa e un Benevento salvo, penso che si possa ancora fare, anche se per i giallorossi è più difficile”.  

Il caso Lucioni – Da capitano a capitano, Pedro Mariani si dice rammaricato per la vicenda legata al numero 5 giallorosso: “Sta pagando eccessivamente per questa vicenda. Ci sono due considerazioni che mi sento di fare, una da tifoso e una da ex calciatore. Se non avessi mai giocato a calcio direi che è pazzesco il fatto che un giocatore si trovi in questa situazione solo per aver utilizzato una pomata. Da addetto ai lavori penso invece che questa situazione fosse evitabile con maggiori controlli e più attenzione. Sta di fatto che a pagare ora è Lucioni, un giocatore di importanza fondamentale per la squadra sia per il ruolo che ricopre in campo che nello spogliatoio. In lui mi ci rivedo molto, in special modo rivedo la mia esperienza a Venezia, quando accanto a me ruotavano giocatori come Vanoli, Servidei e Mirko Conte. Hanno fatto tutti un’ottima carriera, sia chiaro, ma in quel Venezia a guidare la linea ero io e una mia assenza si sarebbe fatta sentire molto di più di quella di uno di loro”.

Su Oreste Vigorito – Dal caso Lucioni al mercato e all’organico. Anche per Oreste Vigorito, presidente del Benevento, la serie A era un mondo nuovo: “Credo che questo anno gli darà tanto dal punto di vista dell’esperienza. Quando si sbaglia si impara sempre qualcosa, e alcuni errori sicuramente non li commetterà più. Tra i guai del Benevento c’è una panchina fin troppo corta che ne ha pregiudicato l’andamento e le prestazioni. La squadra ha spesso giocato con calciatori adattati e uomini contati in difesa e a centrocampo, per non parlare di acquisti costantemente in infermeria. Reputo Vigorito una persona molto capace, non vedrei futuro per il Benevento senza di lui. E’ uno che non si dà mai per vinto e a dimostrarlo c’è un mercato di gennaio condotto con il piglio di chi vuole fare di tutto per uscire da una brutta situazione. Chiunque, forse, avrebbe già pensato alla prossima stagione in B. Lui no, ci crede, e mi ci accodo volentieri”. 

Tifosi da Europa – Tra le note positive di una stagione sciagurata c’è una tifoseria di grande impatto: “Sarò ripetitivo, ma questi tifosi fanno paura. E c’è un dettaglio che molti trascurano: Benevento non è una città che naviga nell’oro. Voglio dire, le trasferte costano soldi e sacrifici, ma ogni volta si vede una presenza massiccia e calorosa anche a centinaia di chilometri di distanza. Questi tifosi non meriterebbero solo la salvezza, ma l’Europa. E la meritano da quando giocavo anche io in giallorosso, perché il calcio nel Sannio è una vera religione e la categoria conta poco. Per questo per me sono ben al di sopra di qualsiasi concetto di serie A o Champions League. I miei amici bolognesi sono rimasti a bocca aperta, non si aspettavano uno spettacolo simile. I loro messaggi e le loro telefonate mi hanno reso ancora più orgoglioso di essere stato capitano del Benevento. Colgo l’occasione per salutare tutti gli amanti dei colori giallorossi, mando loro un forte abbraccio”.  

 

 

 

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