Cives, presentato dal professor Rosina il Rapporto Giovani 2017

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Benevento – Presentato questo pomeriggio, presso il Centro di Cultura “R. Calabrìa”, in piazza Orsini, il sesto incontro dell’undicesima edizione di “Cives – Laboratorio di formazione al bene comune” sul tema: La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani. A relazionare sul tema il Prof. Alessandro Rosina ordinario di Demografia e Statistica sociale presso l’Università Cattolica di Milano e Coordinatore scientifico della principale indagine italiana sulle nuove generazioni, il Rapporto Giovani dell’Istituto G. Toniolo.

Oltre all’aggiornamento annuale sulle scelte formative, sui percorsi lavorativi, sulla progettazione di una propria famiglia, su valori, aspettative e atteggiamento verso le istituzioni delle nuove generazioni, il Rapporto 2017 contiene tre focus dedicati ad altrettanti temi chiave:  il primo riguarda lo scenario post Brexit e le possibilità di rilancio di un processo in grado di superare nuovi timori e vecchi confini. Il secondo, dedicato alle nuove tecnologie di comunicazione e ai social network, analizza come stia mutando quantitativamente e qualitativamente il loro uso e quale sia l’impatto di tale mutamento sulla vita sociale e relazionale. Il terzo, infine, riguarda le condizioni di vulnerabilità e disagio, con un’analisi sia dell’aspetto emotivo sia di quello comportamentale, in connessione con il contesto familiare, sociale ed educativo.

“Comprendere la questione giovanile superando i luoghi comuni sulle nuove generazioni è determinante per immaginare un futuro che rivaluti le energie, l’effervescenza e la voglia dei giovani italiani di dimostrare di non essere una generazione perdente” . Così il professore Rosina analizza e spiega i dati raccolti nel rapporto giovani: “Non possiamo pensare che le condizioni di benessere raggiunte possono essere semplicemente lasciate in eredità ai nostri giovani ma offrire le possibilità e gli strumenti affinché siano le stesse nuove generazioni ad ottenerle. Basta– prosegue Rosinapensare a loro come figli da proteggere. E’ necessario far si che possano rendersi partecipi del cambiamento in atto della società; esserne protagonisti. Rischiamo di farli vivere in un eterno presente. I giovani vogliono essere dove le cose accadono, dove si compie e si scrive la storia e il cambiamento sociale”.

I dati snocciolati da Rosina riguardano, come detto, varie tematiche: “E’ interessante constatare quanto la fiducia nelle istituzioni e negli organi di stampa sia a livelli bassissimi; così come la religiosità. I ragazzi tra i 18 e i 33 anni hanno meno spazi e opportunità e rivedono al ribasso le loro aspettative e ciò incide anche sulla loro emotività. La passività e la poca fiducia nel futuro viene certificata dalla grande percentuale di NEET (persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione) e di EXPAT (talenti persi perché espatriati). I dati che capovolgono tale tendenza riguardano l’alta fiducia nei giovani nell’associazionismo e nella ricerca scientifica. Dunque – conclude il professore risulta necessario evitare che la rassegnazione li attanagli tentando di immaginare un modello sociale che li rimetta al centro rendendoli davvero partecipi e non considerandoli come gli attori marginali del cambiamento ma come i protagonisti principali”.

Il prossimo appuntamento del Laboratorio di formazione al bene comune si terrà il 26 gennaio alle ore 17. Tema dell’incontro: “Far crescere un territorio libero dalla criminalità”. Relazionerà il Procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Benevento, Dott. Giovanni Conzo.

 

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