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Il 23 novembre del 1980 l’Irpinia fu devastata da un violento terremoto che colpì anche la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, ma soprattutto rase al suolo l’Irpinia.

L’epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, causò poco meno di 3.000 vittime e quasi 9.000 feriti. Gli sfollati furono circa 280 000 sfollati.

Un terremoto che ha eidenziato la vulnerabilità delle zone montane italiane, dove la scarsità di risorse e l’isolamento geografico complicano ulteriormente le operazioni di soccorso. Le difficoltà nel coordinamento delle operazioni di emergenza hanno suscitato un dibattito sulle politiche di protezione civile in Italia.

Per questo il sisma deel 1980 rappresenta ancora un monito riguardo la necessità di un adeguato piano di prevenzione e di rinforzo delle strutture in caso di disastri naturale.

E poi le polemiche della ricostruzione: la spesa dello Stato per la ricostruzione, in quattro decenni, è arrivata a 57 miliardi di lire, eppure le nuove case, gli insediamenti industriali, non hanno impedito che oggi l’Irpinia si ritrovi abbandonata dalle sue migliori potenziali energie: i giovani che fuggono ancora da questa terra.

Ma oggi è il giorno del ricordo ed allora, come dicono i Vigili del Fuoco, rendiamo onore “alle vittime e ai feriti che 44 anni fa subirono la violenza della natura nel terremoto in Irpinia”. E vogliono altresì ricordare l’opera e i sacrifici di quanti, appartenenti allo Stato e volontari, si adoperarono per portare soccorso a quelle sfortunate popolazioni.