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“Tre giorni di sponzamento dedicati ai riti dell’inverno, il caro inverno scomparso, da rievocare, da propiziare con il racconto, con i cibi e le bevande, con le musiche, con le grotte e con i tendoni, con le processioni, nel paese incantato e dormiente. Il paese presepe: Calitri. Dal 4 al 6 gennaio, per portarsi via tutte le feste. Una festa da paura“. Vinicio Capossela annuncia così lo Sponz Viern. L’evento, pensato come un festival, si propone di immergere i partecipanti in un viaggio sensoriale tra tradizioni, simboli e rituali tipici della notte che chiude il ciclo delle festività natalizie. La “dodicesima notte”, ispirata dalla celebre commedia di William  Shakespeare, è da sempre considerata un momento di transizione e liberazione: un’occasione unica per sfuggire alla quotidianità, travestirsi, e forse incontrare una parte di sé stessi.

“Moltissimi sono i simboli, i rituali, i prodigi, i travestimenti, gli auspici legati alla notte che conclude il ciclo delle feste cominciate con il Natale. E tutti li vogliamo rievocare in questa folle notte. “La dodicesima notte”, titolo di una famosa commedia di Shakespeare, è quella in cui, indossando una maschera, possiamo liberarci da quella che vestiamo tutti i giorni, e magari correre il rischio di incontrare davvero noi stessi – scrive Capossela –  La galette des rois (il fagiolo nascosto nella torta che elegge il re della festa), il vescovo bambino, la festa dei folli, il signore del Caos, la detronizzazione del potente e l’esaltazione dell’oppresso, i tripudia, la festa asinaria, il travestimento da animale o da albero, l’esaltazione del grottesco, e poi la più tradizionale figura della Vecchia streghesca, la Befana che porta doni o carbone con l’aiuto dei suoi assistenti: i befani, la Lotteria Italia e i doni dei Magi, i licantropi in libertà, i morti, i fuochi e i falò propiziatori. Tutto fa di questa notte una notte speciale: la dodicesima notte, appunto.
 
Quella in cui “l’oltremondo entra in contatto con la vita terrena e ciò che era celato si manifesta”. Patrick Leigh Fermor mette in esergo al suo “Tempo di regali” proprio i versi di Louis MacNeice, un componimento intitolato “La dodicesima notte”: “… il tempo dei regali è andato amici, Oh giovani che diventate uomini O nevi che sciogliete al sole Ecco a noi la sorda terra su cui ricostruire Senza onorificenze siamo giunti alla dodicesima notte O quel che volete, sarà…” E così, di questa dodicesima notte, la prima da festeggiare nello Sponz Viern, la festa messa da parte per Gennaio a sponzare come il pane duro, quel che vorremo sarà. Un tempo di regali anche per noi”