Tempo di lettura: 2 minuti
Sta andando molto bene. Ci sono piccole cose che stiamo verificando per aggiustare alcuni aspetti, come la procedura di acquisto del biglietto e come accelerare ed evitare le file”. Lo ha detto il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, a proposito dell’introduzione, cinque giorni fa, del numero chiuso nel sito che prevede l’ingresso giornaliero di massimo 20mila persone e l’acquisto del biglietto nominativo.    
Una misura adottata dal Parco a seguito di un confronto con il ministero della Cultura, la prefettura ed esperti della sicurezza.
“E’ fondamentale alleggerire la pressione dei visitatori su Pompei – ha sottolineato il direttore, a margine della presentazione dell’accordo di ricerca, consulenza e supporto alla didattica con l’Università Federico II – con queste misure non vogliamo assolutamente penalizzare il territorio nel suo sviluppo economico, anzi vogliamo fare il contrario: contribuire a uno sviluppo più sostenibile e dunque pensare a Pompei come a una grande realtà di cui fanno parte anche altri luoghi fino ad ora visitati troppo poco”.
 
“E’ necessario pensare a Pompei come a un Parco diffuso che diventa sempre più non solo luogo fisico che si connette con altri luoghi del territorio, ma come una specie di agenzia territoriale per la cultura e l’archeologia. E con questo studio ci stiamo avvicinando sempre di più a questo nuovo paradigma di Parco archeologico”. Lo ha affermato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei, in occasione della consegna da parte dell’Università Federico II degli esiti della convenzione di ricerca, consulenza tecnico-scientifica e supporto alla didattica “Pompei fuori le mura. La cinta antica, le necropoli, gli ingressi moderni, la buffer zone e il rapporto con i siti minori”.    
Il direttore ha sottolineato la necessità che si pensi al Parco “come a un’agenzia che opera sul territorio e che ha anche delle ricadute molto concrete oltre le mura e le recinzioni di Pompei” ed ha spiegato come il lavoro con l’Ateneo federiciano, che si rinnova, abbia rappresentato “uno scambio di prospettive e di idee che permettono al Parco di essere nella condizione di progettare con più consapevolezza e profondità, anche della ricerca, le iniziative per connettere la città antica di Pompei con altri luoghi perché – ha evidenziato – Pompei non è solo la città antica, ma è tutto il territorio e allora anche la valorizzazione e la conservazione devono adottare questa visione”.