Scala quattro posizioni, ma Napoli (95esima) resta nei bassifondi della classifica provinciale sulla qualità della vita. L’indagine annuale realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, è giunta alla 26esima edizione. E stando ai risultati, pone una serie di domande. La prima: la narrazione sul boom turistico non migliorerebbe il benessere degli abitanti. Né a ciò concorrerebbero le sue ricadute economiche. Lo stesso, per altri versi, le bellezze del territorio, o il suo patrimonio storico artistico.
I principali elementi di qualità, esaminati dalla ricerca, sono infatti servizi, soglia di reddito, infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo. Milano è prima, seguita da Bolzano e Monza e della Brianza. E il podio non sembra casuale. Viceversa, in fondo alla classifica troviamo Caltanissetta (107esima), Reggio Calabria (106esima) e Agrigento (105esima).
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo, reddito e ricchezza. ;L’area metropolitana di Napoli registra la peggior performance in Campania. La precedono le province di Avellino (82esima), Benevento (83esima), Salerno (85esima) e Caserta (88esima). Mal comune, però, stavolta non è ‘mezzo gaudio’.