“Domenica giochiamo la partita a Milano, la nostra idea non è di andare a fare da sparring partner con l’Inter aspettando che ci tirino i cazzotti. Ci vogliamo misurare con i nostri reali valori, cercando di fare la partita, questo è l’aspetto giusto per crescere al di là del risultato. Poi noi ci arriviamo da primi in classifica, e l’obiettivo a fine partita è rimanere in testa”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Antonio Conte, nella consueta conferenza stampa a quarantotto ore dalla sfida contro l’Inter.
“Affrontiamo – ha proseguito – la squadra che in questi anni si è dimostrata la più forte, hanno lavorato benissimo e oggi si mettono in una posizione più alta rispetto alle altre antagoniste, per il bellissimo lavoro che hanno fatto da dirigenti a allenatore e calciatori. Ma noi non andiamo con la bandiera bianca, ma convinti di giocarci le nostre carte, poi vedremo cosa accadrà”.
“Ci stiamo preparando con l’ambizione di giocarci la partita – ha concluso Conte – e sarà un importante test per misurarci con la migliore del campionato e capire che tipo di progressi stiamo facendo”.
Su Lukaku: “Ogni conferenza stampa c’è una domanda su Lukaku. Io parlo della squadra, la crescita di Lukaku dipende dal team, il singolo non è mai così determinante da solo per spostare dei valori, la squadra è alla base di tutto per esaltare i singoli”. Sono molto fiducioso – ha aggiunto – sulla squadra che cresce, i ragazzi ogni giorno lavorano per migliorare, vedo abnegazione”.
Conte ha parlato anche di Lobotka: “La qualità e il valore li conosciamo ma dobbiamo però essere bravi a creare qualcosa che sopperisca a una singola assenza. Gilmour ha fatto molto bene in queste partite. Lobotka si è allenato da metà settimana in gruppo, lo abbiamo gestito, sta bene ed è a disposizione, poi che possa partire dal 1′ o a partita in corso è da valutare”.
Il tecnico non ha commentato le frasi di Aurelio De Laurentiis di oggi (“Il Napoli è in costruzione, pensare allo scudetto inganna”, ndr.) ma ha parlato della sua prima sfida all’Inter dopo l’esperienza in nerazzurro: “Fa sempre un certo effetto tornare dove si è lavorato duramente – ha ammesso -, è un carico di emozioni perché torni indietro nel tempo, inevitabile che riaffiorino alla mente tante situazioni ed episodi. Ho lavorato all’Inter in due anni felici, il primo siamo arrivati secondi e abbiamo perso la finale dell’Europa League, nel secondo abbiamo vinto lo scudetto. Sicuramente una bellissima esperienza che porto dentro di me. Ogni esperienza passata l’ho vissuta al massimo e mi porto un carico di emozioni”