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Ricandidarmi a sindaco di Napoli? È un’ipotesi molto concreta. Il mio più grande supporter è il sindaco Manfredi, che viene indicato come il laboratorio del centrosinistra ma che sta facendo una politica che ha svuotato completamente di anima ed energia un lavoro che era stato fatto prima”. Parola di Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, intervenuto oggi a “L’Attimo Fuggente” condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi sulla Fm di Giornale Radio.    

È tornata la politica delle stanze chiuse – sottolinea – delle mani sulla città, degli accordi sui piani regolatori, delle privatizzazioni di tutto, addirittura l’acqua. Se questa è la sinistra, che fa peggio della destra, allora viene voglia di ricandidarmi”.    

De Magistris non esclude neanche il sostegno di De Luca: “De Luca mio sostenitore? Come bisogna lavorare per il cessato il fuoco a livello internazionale, si può lavorare anche per dire ‘mai alleati ma non più nemici’. Se lui dovesse diventare presidente della Regione e io sindaco di Napoli, è chiaro che i rapporti sarebbero diversi rispetto a quelli della stagione precedente. Si metterebbero a terra dei punti e si ragionerebbe nell’interesse del territorio. Napoli potrebbe diventare il vero campo aperto, senza confini”.    

L’ex primo cittadino partenopeo ne ha anche per Sandro Ruotolo: “Se Ruotolo vota per me? Mi permetto di dire che sono stato io a volerlo in Senato nel 2020, convincendo Zingaretti. È stato eletto dalla nostra esperienza civica ma un secondo dopo essere entrato in Parlamento se n’è dimenticato. Quindi – conclude – la vedo difficile”.

Sulla diatriba tra il PD nazionale e De Luca: “La Schlein ne è uscita con due schiaffoni: la partita per ora l’ha vinta De Luca, che è riuscito a ottenere quello che sta dicendo da tempo e ha esposto la Schlein a una figuraccia. Perché lei il primo novembre ha fatto una riunione con i consiglieri regionali del Pd campano dicendo che chi avrebbe votato per il terzo mandato sarebbe stato fuori dal partito, mentre hanno fatto in blocco il contrario. Se una come la Schlein – osserva de Magistris – non coglie che in Campania non esistono soltanto Renzi, Schlein, Conte e Fratoianni, ma ci sono dinamiche che potrebbero formare un campo veramente aperto, e non il campo largo dell’accrocchio, si può fare male politicamente. In Campania sono passati dal campo largo al campo santo della politica. L’errore del campo largo – sottolinea l’ex primo cittadino – è stato prendere delle decisioni nelle segreterie di partito senza tener conto dei territori. È stato percepito che Manfredi dovesse fare il candidato a presidente di Regione e Fico il candidato a sindaco di Napoli, e questo ha fatto saltare il banco. In Campania è saltato il campo largo con questa operazione”.