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“Pure il pescatore lo abbiamo messo a posto”: è la frase che Romolo Ridosso, uno dei quattro arrestati per l’omicidio Vassallo, avrebbe pronunciato dopo avere parlato davanti alla sua abitazione di Lettere (Napoli) con il carabiniere Lazzaro Cioffi, giunto con un’altra persona a bordo un suv nero. L’episodio, riferito alcuni anni dopo dalla convivente di Ridosso, risale al settembre del 2010, subito dopo l’omicidio del sindaco di Pollica. Per gli inquirenti a quell’incontro – durante il quale si sarebbe parlato proprio della morte di Vassallo – avrebbero preso parte Lazzaro Cioffi e anche Giuseppe Cipriano, entrambi arrestati oggi. 
 
Non fu propriamente una visita di cortesia quella che Romolo Ridosso ricevette a metà settembre 2010, dopo l’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, nella sua abitazione di Lettere dove si era trasferito da Scafati con la compagna e i figli.    Dopo avere negato per anni di avere incontrato in quell’occasione il carabiniere Lazzaro Cioffi, il collaboratore di giustizia l’8 giugno 2022 ammette il colloquio e fornisce anche dei chiarimenti.     La sua convivente, infatti, riferisce di avere riconosciuto Cioffi, che una volta giunto davanti l’abitazione di Ridosso, ne ha attirato l’attenzione lampeggiando con i fari. La donna riferisce che il compagno, particolarmente teso in quel periodo, prima di uscire di casa l’ha invita a rimanere in casa insieme con i figli. La testimone però si affaccia alla finestra della cucina dalla quale riconosce Cioffi e la sua vettura ma non il suo accompagnatore, che definisce una persona “più bassa e tarchiata”. Poi spiega agli inquirenti che l’atteggiamento del compagno, dopo quell’incontro, cambiò completamente “sembrò tornare sereno e ricominciò una vita regolare”, dice.
 
A fare chiarezza sull’identità dell’accompagnatore di Cioffi è proprio lo stesso Romolo Ridosso: il collaboratore riferisce che quell’uomo giunto in auto insieme con Cioffi era Giuseppe Cipriano e che entrambi si erano recati a Lettere per intimargli di non frequentare più Scafati e a non rivelare nessun particolare dell’omicidio di Vassallo, minacciandolo di rovinarlo in caso contrario.