“Come società civile forse si potrebbe fare di più. C’è troppo disinteresse, poca volontà di interrogarsi su quello che sta accadendo”. Marco Bertotto, responsabile Advocacy di Medici Senza Frontiere Italia, ospite dell’Unisannio e del Rettore Gerardo Canfora, ha aperto questa mattina un Infopoint Msf presso l’Ateneo di Benevento in via delle Puglie. Se l’Università del Sannio ha aperto le porte a Medici Senza Frontiere, l’Ordine dei Medici, guidato ora da Luca Milano, presente questa mattina ai lavori, ha offerto la possibilità di uno sportello permanente all’Organizzazione internazionale.
L’obiettivo è semplice: sensibilizzare le coscienze su quella che è la “mission” di Msf ed sul suo messaggio politico contro le guerre che si scatenano soprattutto ai danni degli innocenti e dei più fragili. Ad aprire l’incontro il Rettore Carfora che ha voluto sottolineare un’opera sinergica: “occorre ripensare al sistema sanitario. I numeri sono preoccupanti”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici Milano ha spiegato: “Sentiamo il dovere di ringraziare i Medici senza frontiere per l’opera meritoria che fanno quotidianamente: essi rappresentano i valori che un servizio sanitario privato o pubblico dovrebbe possedere e mettere in campo. Loro rispettano i loro principi, rispettano persone e la dignità degli operatori della sanità”. Poi un invito accorato: “Andate nelle università, nelle facoltà di Medicina per raccontare le loro esperienze. Organizzate anche stage per la classe politica italiana”.
Poi l’affondo: “La sanità meriterebbe massimo rispetto. Noi siamo calpestati”. Il direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Pasquale Vito, ha sottolineato come l’obiettivo sia quello di formare cittadini: “Offriamo un percorso formativo agli studenti. Quest’occasione di incontro è fondamentale. Un programma continuativo per discutere opportunità per il prossimo futuro anche perchè i ragazzi degli ultimi anni sono stati molto interessati all’evento”.
Bertotto ha sottolineato l’obiettivo: “Le attività in Italia sono ridotte rispetto a quello che facciamo in altri Paesi. Il supporto è piccolo rispetto ai bisogni. Penso a Gaza, al conflitto in Sudan o quello in Ucraina o in altri contesti di conflitto. Noi in Italia portiamo avanti aiuto ai migranti e ai rifugiati utile per le difficoltà che loro hanno. Sono valori fondanti per la nostra azione umanitaria. Oltre ai conflitti, dobbiamo fronteggiare disastri naturali come ad esempio i cambiamenti climatici. Ma vi sono anche altre emergenze epocali. Penso agli ospedali sotto attacco a Gaza, al conflitto in Yemen: qui le difficoltà sono enormi. Serve mobilitazione delle persone. Serve sensibilizzare le problematiche di assistenza umanitarie e stimolare un pubblico giovane come informazione e sensibilizzazione per essere protagonisti di un eventuale cambiamento”.