“In provincia di Avellino i pronto soccorso sono diventati anche ambulatori della medicina territoriale. Nonostante i numerosi decreti legislativi e regionali che mirano a potenziare le cure primarie e la medicina territoriale — assumendo, ad esempio, infermieri di famiglia, sviluppando la telemedicina e le cure domiciliari — l’ASL di Avellino non è riuscita a potenziare queste attività fondamentali per la presa in carico di pazienti cronici e fragili. Questo deficit costringe tali pazienti a rivolgersi al 118 o direttamente ai pronto soccorso per ricevere assistenza”. E’ quanto denunciano in una nota il segretario territoriale Romina Iannuzzi e aziendaleMichele Rosapane del Nursind.
“Abbiamo ricevuto segnalazioni da utenti secondo cui alcuni medici di base del territorio, in vista del ponte per la festività di Ognissanti, avrebbero comunicato ai pazienti che il 31 ottobre, giorno feriale, i loro studi sarebbero rimasti chiusi – continua la nota – Di conseguenza, per qualsiasi necessità, i pazienti sono stati invitati a rivolgersi alla guardia medica, al 118 o al pronto soccorso. Questa situazione, purtroppo, non è esclusiva della nostra provincia ma rispecchia una problematica diffusa in tutto il Paese.
Tuttavia, qui ha raggiunto un livello critico. Spesso si accusa pazienti e familiari di ricorrere impropriamente ai servizi di emergenza per esigenze che potrebbero essere gestite altrove; tuttavia, in una provincia come quella di Avellino — e in Campania in generale — dove la medicina territoriale è praticamente inesistente, le persone non hanno alternative e sono costrette a rivolgersi al 118 o ai pronto soccorso. Alla luce di tutto ciò, se ogni Direzione Strategica che si insedia presso l’ASL di Avellino non attua un reale potenziamento dell’assistenza territoriale, sarebbe opportuno considerare un cambiamento di denominazione dei pronto soccorso, chiamandoli “Pronto Soccorso e Ambulatori di Medicina Territoriale”.