“E’ nostra intenzione presentare in Parlamento un testo legislativo che consentirà di produrre e installare in Italia gli impianti nucleari di nuova generazione, nella piena consapevolezza che dal punto di vista della ricerca scientifica e del livello tecnologico delle imprese, l’Italia è più avanti di altri sia nella elaborazione della terza generazione avanzata e poi ancor più della quarta generazione degli impianti così come della fusione”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso alla Getra Power spa di Marcianise (Caserta), dove ha partecipato a “Mettiamo in circolo l’energia, Innovazione, Investimenti e Occupazione”.
L’evento è stato organizzato per celebrare i 75 anni di vita dell’azienda che si occupa di energia elettrica e di realizzazione di trasformatori elettrici di grande e media potenza. “Noi pensiamo di sviluppare anche un attore nazionale che possa produrre nel nostro Paese gli impianti di nuova tecnologia e fornirli ovunque nel mondo e su questo vogliamo puntare per essere competitivi”, ha aggiunto Urso che ha ricordato come proprio il costo dell’energia sia ciò che ci differenzia maggiormente dagli altri Paesi europei. “Da noi il costo dell’energia è di gran lunga superiore rispetto agli altri, come la Francia, che produce soprattutto energia nucleare e ce la vende anche bene; noi infatti compriamo energia nucleare realizzata a pochi chilometri dal nostro confine. Abbiamo inoltre un costo energia superiore alla Spagna, che sfrutta le fonti rinnovabili, e alla Germania, seppur di poco”, ha sottolineato.
“Dobbiamo, dunque, affrontare il nodo dell’energia nucleare, che è l’unica fonte sicura e pulita prodotta in loco, che non dipende dall’estero e che può affiancarsi a una sempre più significativa produzione come fotovoltaico, eolico, geotermico e quant’altro la scienza e la tecnologia ci fornirà per supportare la sfida del nostro sistema industriale”, ha concluso.
L’evento è stato organizzato per celebrare i 75 anni di vita dell’azienda che si occupa di energia elettrica e di realizzazione di trasformatori elettrici di grande e media potenza. “Noi pensiamo di sviluppare anche un attore nazionale che possa produrre nel nostro Paese gli impianti di nuova tecnologia e fornirli ovunque nel mondo e su questo vogliamo puntare per essere competitivi”, ha aggiunto Urso che ha ricordato come proprio il costo dell’energia sia ciò che ci differenzia maggiormente dagli altri Paesi europei. “Da noi il costo dell’energia è di gran lunga superiore rispetto agli altri, come la Francia, che produce soprattutto energia nucleare e ce la vende anche bene; noi infatti compriamo energia nucleare realizzata a pochi chilometri dal nostro confine. Abbiamo inoltre un costo energia superiore alla Spagna, che sfrutta le fonti rinnovabili, e alla Germania, seppur di poco”, ha sottolineato.
“Dobbiamo, dunque, affrontare il nodo dell’energia nucleare, che è l’unica fonte sicura e pulita prodotta in loco, che non dipende dall’estero e che può affiancarsi a una sempre più significativa produzione come fotovoltaico, eolico, geotermico e quant’altro la scienza e la tecnologia ci fornirà per supportare la sfida del nostro sistema industriale”, ha concluso.
“Gentile ministro Urso, siamo i fantasmi di Softlab, i lavoratori che da Jabil sono stati ceduti attraverso un accordo firmato al ministero del Lavoro e del made in Italy ad un’azienda che si è giudicata idonea, e a cui si è permesso di accedere ad ogni fondo e agevolazione possibile, senza mai portare lavoro”. Inizia così la lettera che un gruppo di lavoratori dell’azienda di informatica Softlab, hanno consegnato al ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso a Marcianise (Caserta), dove ha preso parte alla Getra Power all’evento “Mettiamo in circolo l’energia, Innovazione, Investimenti e Occupazione”. I Softlab sono tutti lavoratori – oltre 200 – fuoriusciti ormai da qualche anno dagli organici della multinazionale Jabil, che ha sede a Marcianise, e finiti in Softlab dove avrebbero dovuto essere impiegati in attività produttive, che l’azienda si era impegnata a svolgere anche perché pagata da Jabil per riassumere ogni singolo addetto, ma che non sono state mai fatte. “Da questo passaggio noi, ormai lavoratori zombi della Softlab, assieme alle nostre famiglie – prosegue la lettera – abbiamo avuto la povertà di dover sopravvivere con la cassa integrazione a 0 ore, dal 2020 e, infine, dover imparare a vivere d’aria, perché oggi in Italia si consente agli imprenditori di avere un’azienda senza pagare gli stipendi ma anche di inviare flussi di cassa a proprio piacimento, quindi a volte non arriva neanche la Cigs. Stremati da un rimpallino e l’altro, fra la Regione e la prefettura, dove tutti, a chiacchiere, si stanno occupando di noi e ‘ci faranno sapere’, ma ci sentiamo ormai sempre più trasparenti, fantasmi e mostri che si evitano, come evoca l’odierna ricorrenza di Ognissanti”. “Ci spiace doverci intrufolare, per provare ad avere un minimo di attenzione, nella festa di una delle poche aziende del territorio ancora sane, dove tutti si pregiano di partecipare, compreso il nostro governatore De Luca, presente fra l’altro anche alla festa per l’inaugurazione di Softlab, ma oggi anch’egli sparito alle nostre richieste di aiuto. Attendiamo una data al Mimit da due mesi, anche l’ultimo sostegno della Cigs sta per scadere, nell’ormai prossimo dicembre e nessuna via si apre per ridare la giusta ricollocazione a lavoratori presi in giro e derubati. Onorevole Urso, non chiediamo altro che un giusto percorso dedicato di ricollocazione”, conclude la lettera.
“Ho appena incontrato i lavoratori di Softlab, perchè è un caso emblematico di come negli anni passati ci fosse poca cura nei confronti del lavoro e dell’impresa italiana, e ho assicurato loro che nei prossimi giorni realizzeremo un tavolo al Ministero per trovare una soluzione dopo 5 anni di cassa integrazione”. Lo ha detto a Marcianise (Caserta) il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, cui un gruppo di lavoratori dell’azienda di informatica Softlab, da quasi cinque anni in cassa integrazione, hanno consegnato una lettera di “aiuto”.
Urso, rispondendo alle domande dei cronisti a margine dell’evento tenutosi alla Getra Power Spa, ha ricordato di altri casi emblematici risolti dal Governo, di “cattedrali nel deserto come era diventato il caso di Termini Imerese, dove tutti i lavoratori che erano in cassa integrazione da 13 anni, e vi abbiamo trovato una soluzione. E ciò lo stiamo facendo per altri casi, come Piombino o l’ex Ilva. Ogni vertenza noi l’affrontiamo con la stessa determinazione e con l’obiettivo di coinvolgere tutte le parti affinchè si possa trovare una soluzione che garantisca l’occupazione. In Campania abbiamo alcuni esempi di vertenza affrontate in questi mesi in cui abbiamo trovato una soluzione di rilancio produttivo che ha garantito l’occupazione, penso al caso della Fos a Battipaglia, della Whirlpool-Emea, dell’Industria Italiana Autobus. Lo stesso faremo anche con i dipendenti ex Jabil oggi Softlab, che da 5 anni attendono di ritornare a lavoro, magari in altre attività da fare sul territorio”.
Non sono andati oggi a Roma ma hanno comunque incontrato per pochi minuti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso i delegati sindacali interni (Rsu) dello stabilimento di Marcianise (Caserta) della multinazionale Usa Jabil, alla prese con una vertenza molto dura scandita da tempi molto stretti, visto che Jabil vuole cessare l’attività entro marzo 2025, mettendo fortemente a rischio il posto di 420 lavoratori.
Oggi il tavolo al ministero del Lavoro a Roma è praticamente saltato dopo la decisione dei componenti Rsu di disertarlo per la presenza dell’azienda, la Tme, cui la Jabil vorrebbe cedere lo stabilimento e i 420 lavoratori. La scelta dei delegati interni è stata avallata dalla segreterie nazionali dei sindacati, i cui rappresentanti hanno deciso di non prendere parte al tavolo. Dunque oggi i delegati Jabil erano all’esterno della Getra Power Spa di Marcianise, azienda operante nel settore energetico, molto florida e pronta ad investire ulteriormente nel Casertano, mentre a pochi chilometri la Jabil, multinazionale con 120mila dipendenti nel mondo, da anni va avanti con esuberi, esodi incentivati, e ora vuole andarsene. Al ministro i delegati hanno ribadito che vogliono “tornare al tavolo, ma senza Tme“. Michele Madonna, delegato Fiom-Cgil, afferma che “ormai il Casertano è un deserto dal punto di vista industriale. Il Governo spero faccia di tutto per convincere l’azienda a restare, ma anche la Regione, che latita, dovrebbe intervenire”. Antonio Viggiano, delegato Failms, sottolinea cme “le professionalità che ci sono in Jabil non devono andare disperse. Ma con Tme non vogliamo andare perché non ci fidiamo”. Presenti anche i delegati aziendali Mauro Musella e Giovanni Coppola (Uilm), Clemente Gallo (Fim-Cisl) e Antonio Di Maio (Fiom-Cgil).
“Non capisco perché le forze sindacali non si siano presentate oggi al tavolo sulla vertenza Jabil convocato a Roma. In questo caso abbiamo già la possibilità di un investitore che si faccia carico di garantire un sito produttivo”. Lo ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso alla Getra Power Spa di Marcianise (Caserta), rispondendo a margine dell’evento sui 75 anni dell’azienda ai giornalisti che gli chiedevano della vertenza Jabil. Peraltro lo stesso Urso ha poi ricevuto i delegati sindacali interni della Jabil, cui ha promesso di riaggiornare il tavolo.
“Sugli incentivi alle auto vi è stata una riduzione dei fondi per i prossimi anni, ma io ho già assicurato all’Anfia che tutte le risorse che sarà possibile trovare saranno destinate al sostegno della filiera, affinché superi questa fase di transizione particolarmente difficile”. Così il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso alla Getra Power Spa di Marcianise (Caserta).
“Valuteremo poi – ha aggiunto il responsabile del Mimit – insieme al ministro dell’Economia se in questo percorso della manovra economica sia possibile incrementare il fondo al fine di raggiungere questo obiettivi, in particolare il sostegno alla filiera della componentistica, che è un orgoglio del Made in Italy, affinchè possa rafforzarsi e restare competitiva. Peraltro, la questione delle auto credo sia diventato un problema europeo: e noi siamo stati i primi a dire che se non si cambiava rotta avremmo avuto il collasso dell’industria automobilistica europea. Oggi con le principali case automobilistiche tedesche che annunciano la chiusura di interi stabilimenti e la riduzione degli stipendi, per cui l’automotive è diventato il problema dell’Europa, e proprio per questo stiamo lavorando con altri Governi per un documento che impegnerà le istituzioni europee a rivedere da subito il percorso; ciò significa anticipare all’inizio del 2025 l’esame della clausola di revisione, chiederemo che siano collocati risorse importanti a sostegno delle imprese e dei consumatori per incentivarli con risorse comuni europee all’acquisto di auto ecologicamente sostenibili. Chiederemo che vi sia una visione di piena neutralità tecnologica, perché l’elettrico non è una religione ma una tecnologia”.