Tempo di lettura: 4 minuti

E’ stata inaugurata oggi a Casapesenna (Caserta) la “Comunità per minori in area penale”, realizzata in un bene confiscato alla camorra, in particolare all’esponente del clan dei Casalesi Salvatore Nobis, ex luogotenente di Michele Zagaria, il boss che proprio a Casapesenna è nato e ha trascorso parte della sua latitanza fino alla cattura nel dicembre 2011.

Il bene, situato in via Genova, è stato trasformato in una comunità alloggio per minori in area penale, totalmente attrezzata per poter ospitare otto ragazzi; una struttura pensata per rispondere alle esigenze del centro di Giustizia Minorile della Regione Campania per il trattamento di minori in area penale.

Il comune di Casapesenna ha infatti beneficiato di un finanziamento della Regione Campania grazie al quale è stato possibile realizzare i lavori di ristrutturazione e di adeguamento funzionale dell’immobile, mentre Agrorinasce, società consortile formata da sei Comuni e dalla Regione Campania che amministra oltre 200 beni confiscati ai clan, oltre ad aver collaborato con l’ente locale in ogni fase, ha effettuato il bando per l’affidamento in gestione dell’intero immobile per finalità sociali, bando che è stato aggiudicato alla cooperativa sociale Autonomy Onlus.

La Comunità alloggio è iscritta nell’elenco aperto delle strutture residenziali per minorenni e giovani adulti in rapporto di collaborazione con il centro per la Giustizia Minorile e di Comunità per la Campania. Nel corso dell’inaugurazione è stato stipulato il protocollo d’intesa tra il Centro di Giustizia Minorile della Regione Campania e Agrorinasce con l’obiettivo di sviluppare attività che favoriscano l’inserimento sociale e lavorativo dei minori ospitati, anche attraverso gli altri beni confiscati amministrati da Agrorinasce.

Alla cerimonia sono intervenuti Giustina Zagaria, sindaco di Casapesenna, il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari, Elena Giordano e Giovanni Allucci, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Agrorinasce, Salvatore Leccia, cooperativa sociale Autonomy Onlus, Nicola Palmiero, responsabile del centro di Giustizia Minorile della Regione Campania, Raffaello Falcone, procuratore aggiunto Tribunale di Napoli, Lucia Volpe, prefetto di Caserta, Alessandro Buccino Grimaldi, direttore generale del personale, delle risorse e dell’Attuazione dei provvedimenti del giudice minorile, Maria De Luzenberger, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Piero Avallone, presidente del Tribunale dei minorenni di Salerno, Patrizia Imperato, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno, Margherita Di Giglio, magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli, il prefetto Mario Morcone, assessore regionale alla Sicurezza e legalità, e i parlamentari Gianpiero Zinzi (Lega, componente della commissione antimafia), Gerolamo Cangiano (Fratelli d’Italia, Vice Presidente della commissione sulle ecomafie), Stefano Graziano (Pd, componente della commissione Difesa e vigilanza Rai).

Per il sindaco Giustina Zagaria “ogni bene confiscato che apre le porte ad attività rivolte al sociale, come in questo caso, è una testimonianza di uno Stato, di istituzioni e di amministrazioni che funzionano. Ogni bene confiscato aperto è un tassello, un pezzetto di puzzle, come se ogni cosa stesse pian piano andando al proprio posto, verso la normalità. Sono molteplici ormai i beni confiscati a Casapesenna riconsegnati alla collettività, la società ha bisogno di esempi da seguire, per questo bisogna puntare ai fatti più che alle parole come stiamo facendo”.

“I beni confiscati – ha detto l’ad di Agrorinasce Allucci – devono essere destinati al servizio della collettività, salvaguardando le categorie sociali più fragili e diventare motore di sviluppo per il territorio. E dietro ciascuna inaugurazione – ha sottolineato – ci sono anni di lavoro, di attese, di ostacoli da superare, e vedere che un bene apre le sue porte e che funziona vuol dire che siamo sulla strada giusta”.

Salvatore Leccia, responsabile della cooperativa sociale Autonomy Onlus, ha spiegato: “I minori ospitati hanno commesso reati e seguono percorsi alternativi al carcere. Le domande che più spesso ci rivolgono sono ‘Dove ci troviamo? Cosa significa bene confiscato?’ La risposta dell’equipe è: ‘Ci troviamo in un luogo dove lo Stato ha vinto’. Confiscare infatti significa ‘restituire alle nostre terre un bene immobile realizzato con denari della violenza e della sopraffazione’. Più di un minore sta provando a cambiare – ha concluso Leccia – noi ci metteremo anima e competenze perché sottrarli dal male è un investimento in positivo per tutti”.