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La prima tappa del progetto “conosciAMO il Benevento” che è andata in scena a Montefalcone di Val Fortore è stata anche l’occasione per il presidente Vigorito per analizzare il cammino dei giallorossi e lo step raggiunto dal programma triennale di valorizzazione dei propri giovani stilato dalla società: “Questo progetto – ha spiegato Vigorito – ha preso il via lo scorso anno e siamo al secondo step. Era il sogno di mio fratello e di tutti i presidenti valorizzare i propri ragazzi. Serie A e Serie B sono campionati dove c’è già una enorme differenza tra quelle abituate ad esserci e quelle che ci arrivano, per questo non è facile valorizzare i giovani. Una delle cose che abbiamo analizzato è che eravamo di fronte ad una rivoluzione nel gioco del calcio con l’ingresso di fondi e competitor internazionali con i quali una provincia come Benevento difficilmente poteva competere. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo pensato che l’unico modo per fare calcio per una società come il Benevento, cosa che ho già detto due anni fa, era quello di valorizzare i propri elementi. Abbiamo chiesto ai nuovi dirigenti chiamati appositamente per fare questo tipo di calcio e non è una coincidenza. E’ volutamente stato chiesto a Carli se intendeva fare questo progetto. Stessa cosa ad Andreoletti che ora è in testa alla classifica, ma quella squadra non era ancora pronta per lui perché c’erano troppi elementi”.

Dopo la doppia retrocessione la società giallorossa ha deciso di voltare pagina tracciando una nuova rotta da seguire che sta dando ottimi frutti: “Troisi – ha aggiunto il massimo dirigente giallorosso – cominciava da tre, io da undici. Sono a sei-sette di giovani, se ne trovo altri quattro, del vivaio bene, fuori ancora meglio. Dall’anno scorso il Benevento Calcio sarà questa squadra. Non so se questi ragazzi diventeranno campioni o già lo sono, è un discorso tecnico, ma hanno il merito di non confondere l’attività di calciatore con un sacrificio. Se fai quello che ti piace non è un sacrificio”.