Tempo di lettura: 2 minuti

Anche il presidente ha dovuto alzare bandiera bianca, e convocare il consiglio municipale da remoto. A Soccavo Pianura, da tempo i consiglieri sono costretti a riunirsi in un corridoio. La causa? Il mancato restyling del Polifunzionale di Soccavo, sede destinata all’aula consiliare. Servirebbero 550.000 euro. Un impegno economico “non sostenibile”, secondo il carteggio tra Municipalità 9 e Comune di Napoli. E allora, le sedute del consiglio si svolgono lì, nell’angusto andito di piazza Giovanni XXIII. Laddove sono altri uffici municipali di Soccavo. Il corridoio però è collocazione “non confacente per il ruolo rivestito”, ammettono le carte comunali. Ecco perché si prova a mettere una pezza. Il 4 ottobre i consiglieri di Pianura Soccavo sono stati ospitati in via Verdi, nell’aula del consiglio comunale. E oggi il presidente Andrea Saggiomo ha comunicato la novità ai consiglieri. Dopodomani, 17 ottobre, la riunione si terrà sulla piattaforma Meet. “Attesa la inadeguatezza del corridoio – scrive – per lo svolgimento delle attività istituzionali”. Meglio una seduta virtuale, insomma, delle scene viste sinora. Consiglieri sparpagliati tra panchette e sedioline. Stretti stretti, gomito a gomito. In evidente disagio, senza contare la confusione. “Siamo passati dalla biblioteca alla casa comunale che – dice la consigliera dem Giovanna Lo Giudice – si riduce ad essere un corridoio con spesso un via vai di persone”. Lo Giudice ringrazia Enza Amato, presidente del consiglio comunale, per “averci concesso l’aula di via Verdi seppur in orari limitati per tutte le discussioni”. Tuttavia “il problema resta, per noi e per tutti i residenti”. La questione è una: la sede del consiglio sarebbe al Polifunzionale, ma anche quella resta virtuale. “Abbiamo un’aula e abbiamo il diritto di lavorare in quella sede – ribadisce la consigliera del Pd -. Facciamo appello al sindaco e a chi di dovere di attivarsi quanto prima considerate le molteplici sollecitazione”. In poche parole, a Soccavo Pianura chiedono “dignità istituzionale”.