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A nove anni dall’alluvione che sconvolse la comunità sannita, il Prefetto di Benevento Raffaela Moscarella  ha convocato gli Stati maggiori delle istituzioni locali e degli organici periferici statali e regionali per un a Conferenza di servizi  sul tema “I rischi naturali sul territorio sannita”. Si è discusso di esondazioni, eventi franosi, sisimicità ed altri rischi connessi a calamità naturali. Presenti numerosi sindaci, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, e Vigili del Fuoco questo pomeriggio nella Sala Conferenze della Prefettura. Nel corso del dibattito, svoltosi sui binari della concretezza, è stata rimarcata la necessità e l’assoluta improrogabilità di aggiornare i piani della Protezione Civile per tentare di ridurre al minimo i rischi per la collettività. Del resto, quella notte del 15 ottobre di 9 anni è  ancora una ferita aperta ed è ben viva nel ricordo dei cittadini sanniti. E’ evidente a tutti il dovere di conoscere, ai fini della prevenzione, i fattori di rischio potenziale per la pubblica incolumità.  

Nel Sannio quella notte caddero 180 millimetri d’acqua in sei ore, lo ha ricordato questo pomeriggio il neo Comandante dei Vigili del Fuoco, Mario Bellizzi: “Fu un evento straordinario”. Eventi catastrofici di 9 anni or sono hanno insegnato che occorre lavorare molto sul reticolo fluviale che non è in grado di reggere quelle che impropriamente si definiscono “bombe d’acqua” cioè apporti esagerati di acqua piovana soprattutto dopo prolungate siccità.   

Il Prefetto Raffaela Moscarella ha sottolineato: “Il territorio sannita è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico. Vogliamo confrontarci sul tema è necessario richiamare tutti alla doverosa attenzione. Occorre prevenire e mitigare, affrontando il fenomeno”. 

Poi ha sottolineato: “Non può bastare approvare il piano della Protezione Civile, ma occorre far conoscere i contenuti alla collettività e diffondere alla cittadinanza. Il volontariato è fondamentale anche nella cura della prevenzione. Questo è un primo momento di confronto“. Poi ha concluso: “Puntiamo a soluzioni preventive ma il rischio zero non esiste“.

Il neo Comandante Bellizzi ha sottolineato come fu un evento particolarissimo. Sono eventi rari che quando si verificano mettono in crisi un sistema. Servono interventi strutturali previsti dalla Protezione Civile. “Noi dobbiamo mitigare gli effetti e occorre pianificare il futuro”. E’ intervenuto Nicola Fontana, professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia: “Fare prevenzione è operazione culturale”. Il docente ha ricordato purtroppo il dato allarmante come tutti e 78 i comuni siano quasi a rischio esondazione.

Stefania Sica del Dipartimento Ingegneria ha ricordato come in Italia siano attive circa 62500 frane: “I cambiamenti climatici hanno inciso poco. Sono stati catalogati ma vengono classificate come frane superficiali”. La docente ha ricordato come nel territorio beneventano predominano frane lente: “Su questo versante la Regione Campania è area sulla quale prestare attenzione. In Provincia, le aree del Fortore e di Cusiano Mutri sono quelle più attenzionate”.