La comunità di Cervinara non ha dimenticato l’omicidio di Nicola Zeppetelli, un dramma che ha lasciato segni profondi tra le strade del paese. Oggi, con la sentenza definitiva della Corte d’Assise d’Appello di Napoli, si chiude un capitolo giudiziario doloroso per la famiglia della vittima. La Corte ha confermato le condanne per Alessio Maglione, 32 anni, e Giuseppe Moscatiello, 24 anni, i due giovani di Cervinara responsabili del delitto, concedendo però una lieve riduzione di pena a Moscatiello.
Era il 2022 quando la vita di Nicola venne spezzata brutalmente. Maglione e Moscatiello, coinvolti in una vicenda di vendetta e violenza, si resero protagonisti di una fuga disperata, tentando di sottrarsi alla giustizia. Per due giorni rimasero latitanti, nascondendosi in una casa ad Arienzo, fino a quando non vennero scoperti e arrestati dalle forze dell’ordine.
La famiglia di Nicola, straziata dalla perdita, ha seguito ogni passo del processo con speranza e rabbia. Giulio Zeppetelli, il padre di Nicola, insieme alla moglie Assunta e al figlio Franco, ha combattuto per vedere riconosciuta la giustizia. L’avvocato Vittorio Fucci, difensore del maggior numero di parti civili, ha portato avanti la loro causa con determinazione, chiedendo la conferma delle condanne già emesse in primo grado.
La Corte, accogliendo le tesi dell’avvocato Fucci e della Procura Generale, ha confermato i 16 anni di reclusione per Alessio Maglione, considerato il principale autore dell’omicidio. Per Moscatiello, la situazione è stata leggermente diversa: la sua colpevolezza nel concorso dell’omicidio è stata confermata, ma la Corte ha deciso di ridurre la pena da 12 anni a 10 anni e 8 mesi. Moscatiello, pur non avendo inferto materialmente il colpo mortale, è stato ritenuto corresponsabile dell’accaduto.
Durante il processo, gli avvocati Giulia Cavaiuolo e Pasquale Napolitano, difensori di Maglione, e Luigi Petrillo, difensore di Moscatiello, hanno cercato di ottenere l’assoluzione dei loro assistiti, sostenendo che non fossero colpevoli di omicidio doloso. Tuttavia, la Corte è stata irremovibile nel suo giudizio. L’udienza è stata particolarmente tesa, con momenti di forte emozione soprattutto durante la replica del Procuratore Generale e le conclusioni dell’avvocato Fucci. La famiglia Zeppetelli, presente in aula, ha vissuto con dolore ma anche con sollievo la sentenza, consapevole che la giustizia, per quanto tardiva, ha fatto il suo corso.
Con questa decisione, i due imputati sono stati anche condannati al risarcimento delle parti civili e alle spese processuali. Ora, a pochi passi dal ricorso in Cassazione, si profila l’apertura delle porte del carcere per Maglione e Moscatiello, che dovranno scontare lunghe condanne dietro le sbarre.