“Il fatto di aver subito pochi tiri significa che siamo compatti, ma non dipende solo dal portiere o dalla difesa, ma da tutta la squadra. Tutti noi ci muoviamo bene ed il mister ci spinge ad essere compatti, forse è questo il segreto”. Lo ha detto il portiere del Napoli Elia Caprile a radio CRC. Caprile, che sta sostituendo in porta l’infortunato Meret ha parlato anche del primato: “La classifica sicuramente ci dà consapevolezza ma la stagione è lunga, il campionato non finisce oggi e non ci facciamo prendere dall’entusiasmo: sappiamo di dover lavorare tanto, poi a maggio vedremo”.
Caprile ha parlato poi della difesa azzurra a cominciare da Meret: “Una dote – ha detto – da rubare a lui? Ho la fortuna di potermi allenare con lui e lo vedo in campo, non c’è una dote singola ma con gli occhi cerco di catturare qualsiasi cosa. Buongiorno? In allenamento fa le stesse cose come in partita, è un fenomeno e tutti i giorni lo dimostra dentro e fuori dal campo: è un grande lavoratore e merita tutto ciò che sta ottenendo. Il salto in una squadra che subisce pochi tiri è particolare e difficile, io cerco di stare sempre concentrato e vedo di dare sempre una mano ai compagni: la parte più difficile è il fatto che mentalmente sai di ricevere pochi tiri ma devi essere pronto, sapendo anche che ormai c’è il gioco dal basso, bisogna stare più alti in campo, uscire dall’area. Tutte componenti che fanno parte del ruolo, ma sono cose su cui si lavora tutti i giorni per farle al meglio quando vieni chiamato in campo”. Il portiere conclude con il suo sentirsi partenopeo, visto che è nato a Verona da padre di Napoli: “Il fatto – ha detto – che sia venuto in città da piccolo mi ha aiutato a capire subito quali siano i pregi e i difetti: io a Napoli sto benissimo, la cosa che mi rende più napoletano è il fatto che mi piace mangiare. Il mister magari non sarà contento, però a Napoli si mangia bene e quindi sono contento di far parte di questa squadra”.