Gestiva cinque locali a Bologna, tra via San Mamolo e il parco del Dlf (Dopolavoro ferroviario), aveva quote di una società di gestione di un impianto sportivo, viaggiava su auto di lusso e disponeva di un patrimonio immobiliare non ancora del tutto quantificato. Omar Mohamed, 39 anni, originario di Crotone, è il personaggio chiave al centro dell’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda bolognese.
Mohamed è stato raggiunto da ordinanza di custodia in carcere, firmata dal Gip Domenico Truppa, così come anche Massimo Nicotera, ritenuto appartenente ad un clan camorristico dell’hinterland napoletano, già condannato in via definitiva per associazione mafioso e uno dei principali finanziatori dell’altro indagato. Il giudice nel disporre le misure ha sottolineato un quadro di pervasiva e diffusa illegalità con la figura di Mohamed al centro, evidenziando capacità delinquenziale e uso di intimidazioni che raramente si osservano nel tessuto criminale dell’Emilia-Romagna e soprattutto la commissione di diversi reati, uniti dall’obiettivo di fare profitti ad ogni costo. Da un lato la rapida e apparentemente inspiegabile accumulazione di beni, dall’altro Mohamed è segnalato come persona violenta e aggressiva, come emerge da una tentata estorsione che sarebbe avvenuta la fine del 2020 e l’inizio del 2021, ai danni di una persona e dei suoi genitori, per il recupero di crediti originati dal commercio in nero di orologi di lusso, a suo dire del valore di circa 300mila euro: una sorta di caccia all’uomo, la si definisce negli atti di indagine, con spedizioni di giorno e di notte, minacce e intimidazioni, non riuscita solo perché le vittime sono fuggite all’estero. Tra gli altri fatti contestati, il reclutamento di escort per soddisfare la facoltosa clientela dei suoi locali e l’aver tollerato il consumo di droga, sempre nel locale e da lui stesso reperita. A Mohamed sono state anche sequestrate le quote delle società.