Con il prezzo del latte di bufala crollato a 1,55 euro al litro, ben al di sotto dei costi di produzione di 1,42 euro, gli allevatori si trovano in una situazione insostenibile, dove il margine di guadagno è praticamente azzerato, come ha riportato Gianni Fabbris. “La situazione è aggravata da contratti unilaterali stracciati dai caseifici e dalla diffusione di prodotti non tracciati sul mercato. È inaccettabile che circa 400 aziende siano messe a rischio per un sistema che non garantisce né la dignità degli allevatori né la qualità dei prodotti – continua Muscarà.
La consigliera da anni denuncia la mancanza di controlli adeguati lungo tutta la filiera, dall’allevamento alla produzione, e l’assenza di tracciabilità del latte di bufala. “Ho sempre chiesto che fossero attuate norme rigorose per garantire la tracciabilità del latte e dei prodotti derivati, ma la politica ha scelto di ignorare questi appelli. Invece di proteggere gli allevatori e il territorio, si è preferito lasciare campo libero a frodi e speculazioni, a tutto vantaggio di pochi e a danno di molti. Oltre 150 mila capi bufalini sono stati abbattuti negli ultimi anni per sospette brucellosi e tubercolosi, ma il 97% di questi capi sono poi risultati sani agli esami post mortem. Questo massacro economico, perpetrato nel silenzio delle istituzioni e con la complicità di una politica miope, ha mandato sul lastrico oltre 300 aziende. È ora di dire basta”.
La consigliera invita la magistratura a indagare su queste dinamiche oscure e a intervenire contro le pressioni subite dagli allevatori per abbassare ulteriormente il prezzo del latte. “Non possiamo più permettere che il settore bufalino venga sacrificato sull’altare del profitto e dell’emergenza creata ad arte. Serve un’operazione verità, e serve ora. Continuerò a lottare al fianco degli allevatori – conclude Muscarà – perché il futuro del settore bufalino non può essere deciso da chi, per anni, ha guadagnato sulle spalle di questi lavoratori e delle loro famiglie. La Regione deve intervenire, ma se non lo farà, sarà la magistratura a dover fare chiarezza su questo scandalo”.