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Voli bassi e rumori assordanti, ma anche “turni di lavoro massacranti”. Riecco la protesta per l’aeroporto di Capodichino, infrastruttura in piena città. A soli 4 km dal centro di Napoli. “È ormai ‘saturo’ e – sottolinea Salvatore Ronghi, presidente di Sud Protagonista -, non è nelle condizioni di diventare aeroporto intercontinentale“. Il sit-in va in scena sotto il Comune, in piazza associazioni e sindacati. E si rivolge proprio al sindaco Manfredi.Indispensabile ed urgente – aggiunge Salvatore Ronghi – dare vita ad un vero sistema aeroportuale in Campania che punti sullo scalo di Grazzanise”. L’aeroporto casertano è più volte invocato, come soluzione per decongestionare il traffico aereo. Lo scalo militare è aperto ai voli civili già dal 2004. E il ministro della difesa Crosetto “ha già dato disponibilità di cessione da parte dell’Esercito e delle forze armate”. Tocca dunque al governo Meloni il prosssimo passo. Ossia “far sì che Grazzanise diventi aeroporto civile intercontinentale facendolo rientrare nei piani nazionali aeroportuali”.

D’altronde l’apertura dello scalo di Pontecagnano, secondo i manifestanti, per ora non incide. “Sabato scorso – racconta Antonio Di Gennaro, delegaro provinciale di Assoutenti – il traffico aereo è stato di 5 unità a fronte dei 350 aerei che sono transitati a Capodichino nello stesso giorno”. Uno squilibrio evidente, a detta di chi manifesta. Il messaggio è per la Regione Campania, principale sponsor dell’aeroporto di Salerno. Ma si punta il dito, anzitutto, contro Palazzo San Giacomo. “Il Comune di Napoli – avverte Salvatore Ronghi – non può continuare a sottovalutare i pericoli in fase di atterraggio e di decollo degli aerei per interi quartieri napoletani”. Assai articolato il quadro delle criticità denunciate. Ci sono “rumorosità, smog e rischi per i cittadini” ricorda Di Gennaro, evocando in primis chi abita nei quartieri collinari e a Capodichino. “L’attuale sovraffollamento di traffico aereo e di viaggiatori – sostiene il presidente di Sud Protagonista – crea enormi problemi per i decolli e gli atterraggi troppo vicini ai centri urbani”. Ma il fenomeno provoca pure “difficili condizioni di lavoro per i lavoratori”.

Un esempio arriva dal bilancio estivo. Capodichino “non riesce più, ormai, a reggere i ritmi del crescente traffico passeggeri” dice Antonio Ronghi, segretario generale di Fast Cnal Trasporti. Per il sindacalista, gli addetti “sono sottoposti a turni massacranti e lavorano in condizioni disagiate”. Il nodo sarebbero gli spazi. Quelli attuali “sono tarati per il decollo/atterraggio di 70/75 aerei giornalieri e per un traffico passeggeri di 7 milioni di unità annue” spiega Antonio Ronghi. Mentre “la realtà dell’aeroporto di Capodichino – chiarisce il segretario di Fast Cnal Trasporti – è molto sovradimensionata con 170 aerei al giorno e 12 milion di passeggeri l’anno”. A Comune e Regione viene lanciato un appello. Far ripartire il progetto di Grazzanise, accantonato una decina d’anni fa. “Lì – rammenta Di Gennaro – l’aeroporto intercontinentale della Campania era già stato previsto nel 2007 nel Piano Nazionale del Trasporto Aereo”. Il sito in Terra di lavoro “dista soli trenta chilometri dalla città capoluogo”, e sarebbe “la vera svolta per il sistema aeroportuale campano e per porre fine ai disagi di cittadini e lavoratori”.