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Gianluca Festa non doveva essere arrestato”. Lo dice perentorio l’avvocato Cassazionista Dario Vannetiello nel corso della conferenza stampa fiume tenuta questa mattina al Circolo della Stampa insieme ai colleghi legali Luigi Petrillo e Concetta Mari che hanno affiancato l’ex sindaco sin dall’inizio del procedimento giudiziario che lo scorso 18 aprile ha portato alla misura cautelare, revocato dalla Cassazione pochi giorni fa.

In sala c’è chiaramente anche l’ex Sindaco, o meglio il Sindaco, come continuano a chiamarlo tutti. Ancora abbracci e strette di mano, qualche momento di commozione da parte di Festa, di un cittadino, di un uomo prima ancora che un politico, che per cinque mesi è stato detenuto nella propria abitazione senza contatti con l’esterno.

Festa conferma la volontà di non voler rilasciare dichiarazioni al momento, la scena ora resta degli avvocati e, soprattutto, dei risvolti giudiziati che hanno annullato in un sol giorno le due distinte misure di arresto domiciliare  nei suoi confronti. E che secondo i legali, come detto, non dovevano essere nemmeno applicate. E ne spiegano le ragioni.

“Un caso unico in Italia, come già unico era stato tutto il percorso che aveva portato all’arresto del dottor Festa. Non è mai accaduto nella storia giudiziaria italiana che nello stesso giorno la Suprema Corte di Cassazione ha annullato 2 ordinanze di custodia cautelare. Senza rinvio.“, aggiunge Vannetiello che, pur aspettando le motivazioni della Cassazione attese entro i prossimi 30 giorni, per la sua esperienza di dice convinto che il quadro ora è compleamente cambiato e mette in bilico l’intero quadro accusatorio.

Anche perchè, come spiega analiticamente il penalista Petrillo, ci sono una serie di ragioni che certamente hanno portato la Corte Suprema a disporre la revoca degli arresti, “di non poco conto. La Cassazione segna un verdetto triplice – prosegue- poiché sono state cancellate tre ordinanze, quella del GIP del Tribunale di Avellino  e quella del Riesame, arriveremo a comprenderne il significato quando leggeremo le motivazioni. Per ora, però, possiamo sicuramente affermare che si tratta di un punto fondamentale in una vicenda giudiziaria che dura ormai da tempo. Sino a questo momento aveva prevalso la narrazione dell’Ufficio di Procura, ma la Cassazione ha chiaramente indicato che è probabile si debba ricominciare daccapo”.

E poi il tema delle intercettazioni avviate dalla Procura sin dal dicembre 2023, avvalorate dall’uso dei trojan: “Bisognerà capire se sono inammissibili e inutilizzabili, allora in un eventuale processo gli spazi di discussione sono davvero pochi. Se, invece, la Cassazione avrà annullato i provvedimenti sulla base della mancanza delle esigenze cautelari, il discorso sarà diverso. Intanto con la revoca della misura cautelare, vengono meno anche i presupposti di un giudizio immediato, anche perchè sono stati superati i tempi di indagini previsti dal Codice di Procedura Penale”.

Ad ogni modo ciò che stupisce sia Petrillo che Vannetiello è “l’eccezionalità dell’esecuazione delle intercettazioni che, tra l’altro, avranno avuto anche un costo consideravole. Filmati, appostamenti, valutazioni di conversazioni anche dei familiari del dottor Festa. Davvero un caso eccezionale. E nonostante questo monitoraggio non è emersa nessuna prova schiacciante. Contestualmente mancano testimonianze per casi accusatori cosi gravi, fatto salvo di un dipendente comunale sentito sulla vicenda del pc”.

A proposito, che fine ha datto il celeberrimo computer? E qui l’avvocato Vannetiello svela un particolare di non poco conto, tra quelli certamente decisivi anche per la valutazione della Cassazione: “In premessa quel frame è stato fatto girare in modo deviante. Poi si è utilizzata la parola computer smontato, quando in realtà di smontato non c’è nulla. Ma, soprattutto, quell’immagine risale a gennaio 2024 e non al 5 marzo, in pratica pochi giorni prima della perquisizione domiciliare, come è stato narrato facendo percepire che il Sindaco avesse qualcosa da nascondere”.

Indagini imponenti, “differenti anche da quelle che hanno riguardato l’ex Governatore Toti e comunque in generale altri politici italiani. Certo noi qui al Sud abbiamo degli inquirenti abituati a svolgere attività di indagini nei confronti di organizzazioni criminali, dunque persone hanno maturato una forte esperienza, con la giuda di Magistrato di comprovata esperienza quale il dottor Airoma.
Ma i procedimenti si fanno osservando una serie di regole e dunque siamo riusciti a trovare dei vizi che sono maturati all’interno di questi procedimento”.

E poi la scelta di Festa di dimettersi, definita da Vannetiello “coraggiosa ma determinante per evitare una misura cautelare che è stata comunque applicata.  Venendo meno la carica, doveva venir meno anche la misura perchè non vi era più il pericolo che l’indagato postesse reiterare le condotte ipotizzate o inquinare prove”.

Certo “la partita non è ancora finita”, aggiungono i legali, ma certo come dice Petrillo “questi sei mesi hanno avuto un effetto certamente devastamente sulla comunità”.
Che intanto continua a “coccolarsi” il suo Sindaco che, uscito dalla sala della conferenza, continua ad essere inondato di testimonianze di affetto.