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‹‹Il Consiglio di Stato, definitivamente pronunciando sull’appello proposto, lo accoglie nei sensi di cui in motivazione e, per l’effetto, in riforma della sentenza impugnata, respinge il ricorso di primo grado, compensando le spese››. Così, accogliendo il ricorso di appello alla sentenza del Tar, i magistrati della seconda sezione del Consiglio di Stato, Oreste Mario Caputo, Raffaello Sestini, Davide Ponte, Sergio Zeuli e Alessandro Enrico Basilico, hanno messo definitivamente la parola fine sul ricorso 7628/2020, proposto dal Comune di Buccino contro la società sarnese Buoneco Srl, nei confronti di Ministero delle Imprese e del Made in Italy , della Provincia di Salerno, del Comune di Ricigliano, di Confindustria Salerno – Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno, del Consorzio A. S. I. di Salerno, della Regione Campania, della Comunità Montana degli Alburni, del gruppo di Azione Locale Tanagro – Soc. Consortile A R.L, con l’intervento della Comunità Montana Tanagro Alto e Medio Sele, del Comune di Sicignano degli Alburni, dell’Ente Riserve Naturali Regionali Foce Sele Tanagro e Monti Eremita Marzano e della società conserviera ICAB S.p.a., per la riforma della sentenza del Tar della Campania n.400/2020 che aveva annullato il provvedimento di sospensione varato in seguito alla modifica del Puc della zona industriale di Buccino che aveva trasformato la zona industriale in distretto agroalimentare, adottata dal Comune di Buccino a seguito della richiesta di permesso a costruire un mega impianto di rifiuti nel lotto n.18 della zona industriale di Buccino ad opera della società Buoneco srl.

Vicenda che risale al 2018 quando il Comune di Buccino varò una modifica al Puc della zona industriale che da industriale fu trasformata in distretto agroalimentare, salvaguardando però le industrie già operanti nell’area e bloccando eventuali insediamenti di nuove industrie di tipo non agroalimentare.

Variante che fece storcere il naso a molti imprenditori volceiani e alla società Buoneco, azienda specializzata nel trattamento e nella lavorazione dei rifiuti. Buoneco promosse un ricorso di opposizione dinanzi ai giudici del Tar della Campania poiché la società era già proprietaria di un lotto che aveva acquistato anni prima e sul quale aveva presentato un progetto di realizzazione di un impianto di trattamento aerobico di rifiuti a matrice organica per il quale ha chiesto il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale-AIA e il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune, ricevendo da quest’ultimo un provvedimento di sospensione del procedimento in ragione dell’entrata in vigore delle norme di salvaguardia a seguito dell’adozione della variante. Ricorso che aveva visto il Comune di Buccino soccombere in sede di giudizio. Di qui, l’appello del Comune di Buccino in Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar e che ora lo ha visto vincere, ottenendo l’accoglimento dell’appello e la riforma della sentenza. Il Comune ha quindi competenza urbanistica sul proprio territorio che era stato definito agricolo già con provvedimenti della Regione Campania.