Quasi 290.000 euro per l’intera operazione Venere degli stracci. La somma è stata comunicata dal servizio cultura del Comune di Napoli, nella risposta scritta all’interrogazione del consigliere comunale Giorgio Longobardi. L’esponente di Fratelli d’Italia chiedeva il totale complessivo dell’impegno economico, affrontato sinora dall’amministrazione comunale. Tenendo conto anche della distruzione subita dalla prima delle opere di Pistoletto, installate in piazza Municipio. L’importo è appunto di 289.70 euro (237.485,60, oltre iva al 22%.). Questo il dettaglio, diviso per singole attività. Temporanea esposizione dell’opera inclusi allestimento, riallestimento e disallestimento per un totale di euro 138.000,00 oltre iva. Trasporto in sola andata per la prima esposizione: euro 11.000 più iva. Illuminazione temporanea per tutto il periodo di esposizione: 39.652,00 euro oltre iva. Guardiania non armata per l’esposizione temporanea della seconda opera,. dal 6 marzo al 19 agosto 2024: 59.833,60 euro più iva.
“Relativamente alla rimozione dei resti dell’opera dopo l’incendio – si legge nella risposta -, si specifica che l’operazione non è stata curata dall’ Area Cultura”. Palazzo San Giacomo evidenzia “che è in corso la procedura di donazione della medesima opera da parte dell’artista Michelangelo Pistoletto al Comune di Napoli, che pertanto l’acquisirà al proprio patrimonio”. Secondo l’amministrazioone “il valore attuale dell’opera è stimato in euro 1.000.000,00”. Altro capitolo: le procedure di evidenza pubblica, seguite per l’affidamento del servizio di smantellamento, trasporto e riallestimento della Venere nella Chiesa San Severo al Pendino. La prossima e definitiva destinazione dell’opera. “Il servizio di disallestimento – scrive il Comune – è già previsto, come da contratto, nell’affidamento alla Fondazione Pistoletto Onlus di temporanea installazione dell’opera “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto in Piazza Municipio”. Ancora da affidare, viceversa, il trasferimento nella chiesa di via Duomo, di proprietà comunale. (“sono in via di definizione le procedure da seguire”).
Un altro quesito riguardava la somma raccolta dalla amministrazione comunale, attraverso il crowdfunding, per finanziare la seconda Venere di Pistoletto. Sul punto però il Comune si chiama fuori, affermando di aver “svolto un ruolo di sola promozione”. La procedura di crowfunding è stata “attivata da soggetti esterni all’Amministrazione”. Il servizio cultura, “in ogni caso, non avendo seguito nel dettaglio l’attività non è in condizione di fornire ulteriori approfondimenti”. Proprio sulla nuova collocazione dell’opera, ad agosto è esplosa la polemica. A sollevare dubbi e obiezioni, anche legali, è stato il Comitato Civico Portosalvo. Tra le perplessità maggiori, l’impatto della Venere in una chiesa antica. Anche dotata di ipogeo. Palazzo San Giacomo, tuttavia, lancia rassicurazioni. “I risultati dei rilievi e delle indagini finora svolte nella Chiesa di San Severo al Pendino – si legge – consentono di poter affermare che nessuna criticità è stata riscontrata”. Vale a dire “che certamente è possibile prevedere un peso distribuito di 500 kg/mq su tutta la superficie di calpestio della chiesa, dato nettamente superiore a quello necessario per allestirvi la “Venere degli stracci””. Respinto pure l’appunto relativo alla natura di chiesa consacrata, e posta su Terra Santa. Secondo il Comune non ci sono problemi: dal 1 marzo 1995, con decreto arcivescovile, è stata ridotta ad uso profano. Il che, va ricordato, non significa sconsacrata.
Le risposte del Comune “non sono soddisfacenti” per Luigi Rispoli, vice coordinatore cittadino di FdI. Il partito della Meloni sta valutando ulteriori iniziative. “Irritante – sostiene Rispoli – l’aspetto del crowfunding, per il quale non viene fornito alcun chiarimento, non si sa quanto è stato raccolto né dove siano finiti questi soldi”. Si muove intanto anche il Comitato Portosalvo. Nei giorni scorsi è stata interpellata anche la Santa Sede. Sulla vicenda, è stata interessata anche la Sovrintendenza. “In attesa dei riscontri della Santa Sede – spiega il presidente Antonio Pariante – adesso attendiamo con fiducia le verifiche tecniche della Sovrintendenza alla quale abbiamo chiesto di scongiurare ogni rischio che possa compromettere la statica della antica chiesa e del suo prezioso ipogeo minacciato dalla ingombrante e pesantissima statua pagana che offenderebbe la comunità cattolica e la sacralità dei luoghi”. Contraria al trasloco in via Duomo anche Maria Muscarà, consigliera regionale indipendente. “Non è una statua né un’opera d’arte, ma – afferma – una copia dell’originale. Non riesco a capire come in una chiesa del 1500 possa entrarci questo manufatto che andava bene in una piazza gigantesca”. Sulla Venere degli stracci, forse l’ultima parola non si è detta.