Non è l’ennesima emergenza rifiuti. Anzi, il sistema della raccolta differenziata, stando agli ultimi dati emessi dall’Asia e dal Comune di Benevento, vive un ottimo stato di salute. Sta incrementando il suo funzionamento anche il “Mangiaplastica” di p.zza Risorgimento che in soli otto mesi ha raccolto più di duemila chili di plastica.
Però se da una parte i dati sono confortanti, dall’altra c’è qualcosa che non sta andando per il verso giusto. Si tratta degli “Ecopunti” distribuiti in varie aree della città. Sono ben undici, a coprire tutte le zone periferiche.
Undici punti che, nonostante gli sforzi dell’azienda nell’istituire un controllo attraverso il sistema di video-sorveglianza, vivono una situazione di collasso quotidiana.
Nonostante gli stessi “Ecopunti” dovrebbero essere spazi dedicati alla raccolta differenziata dei rifiuti, la realtà purtroppo è ben diversa. Spesso si trasformano in delle vere e proprie discariche all’aperto con uno sversamento incontrollabile dei rifiuti.
Una montagna di sacchi neri (e colorati) al cui interno sono nascosti rifiuti di ogni genere. Uno stato di degrado e incuria che crea un evidente danno ambientale oltre a rappresentare un grave rischio igienico-sanitario per la salute dei cittadini.
In netta controtendenza rispetto alle finalità con cui sono nati: incentivare comportamenti virtuosi e salvaguardare l’ambiente, stimolando la cultura della raccolta differenziata dei rifiuti.
Una situazione che genera anche la disapprovazione da parte dei cittadini come si legge dalla denuncia di un nostro lettore: “È inaccettabile che in una città come Benevento, che dovrebbe promuovere politiche di sostenibilità e rispetto per l’ambiente, ci si trovi a dover convivere con simili episodi di degrado. Non si tratta di un caso isolato: numerosi sono i punti in cui la gestione dei rifiuti risulta inefficace, con un accumulo di materiali che spesso rimangono per giorni o settimane senza essere rimossi. In particolare il punto di Montecalvo dove vivo io è praticamente a ridosso della rotonda stradale generando anche problemi al traffico. Asia ha avviato una campagna pubblica anche attraverso i social con l’ausilio di telecamere. E’ un passo avanti ma di fatto inutile. Il problema principale non è il conferimento illecito ed eccezionale di grossi materiali (che cmq va condannato) fuori orario, ma il day-by-day di persone che ad ogni ora buttano il loro sacchetto generando accumulati incontrollati ad ogni ora del giorno. Anche con l’ausilio di telecamere e guardie forestali è impossibile bloccare il fenomeno.”
Un fenomeno largamente diffuso che purtroppo interessa tutte le aree della periferia cittadina, e nemmeno l’attivazione degli impianti di video-sorveglianza riesce a limitare.
La cultura del rifiuto al rispetto dell’ambiente, ben consapevoli che quella monnezza non fa altro che rendere sporca la nostra città. Un controsenso tutto nostro, come quando apriamo il finestrino per lasciar volare via le cartacce o lasciamo a terra il mozzicone di sigaretta, però poi elogiamo la Svizzera e l’Olanda perchè splendono.
Cresce la differenziata, cresce Benevento. Recita così lo slogan di Asia, che però non può restare solo uno slogan. Il ‘Porta a Porta’ in tutte le aree della città è un’opzione utopistica. Gli “Ecopunti” così come li vediamo oggi non funzionano. Probabilmente andrebbero circoscritti all’interno di un’area limitando l’accesso solo in alcune fasce orarie o addirittura predisponendo un sistema di controllo dell’accesso stesso.
Ma più di tutto c’è bisogno di un’inversione di tendenza da parte dei cittadini, evitando di trasformare un’area dedicata alla raccolta dei rifiuti differenziati in una discarica a cielo aperto.