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Eppur, qualcosa si muove.
Nonostante le polemiche sempre più aspre di questi giorni, il cantiere di lavoro per l’abbattimento della Scuola Media Torre non è affatto deserto. Anzi si notano movimenti di operai e di piccoli mezzi. Dunque il cantiere è attivo, seppure senza grandi clamori. In realtà, ciò che sembra in atto è una operazione di rimozione degli infissi. Opere propedeutiche al vero abbattimento? Sembra proprio di si. Dopo lo smantellamento ed il trasloco di materiale didattico, oggi il lavoro appare avviato nello smantellamento di tutti i punti luce e finestre, operazione che dovrebbe essere finalizzata anche al recupero dei materiali portanti gli infissi.

E’ di pochi minuti fa la nota di Paola Caruso, portavoce del comitato civico contrario all’intervento, in cui scrive: “In barba a tutte le verifiche del Ministero, in barba ai cittadini che protestano, al Codacons e all’opposizione che chiede chiarimenti, il Sindaco continua l’opera di distruzione delle testimonianze architettoniche della città, oggetto del dissennato piano finanziato dal PNRR.
Oggi operai al lavoro smantellano gli infissi della scuola Torre.
Forse il Sindaco ha avuto rassicurazioni dal Ministero in questo senso? Forse qualche altro gioco di prestigio conferisce a diritto i punteggi attribuiti per errore? Non si sa! Come non si è saputo nulla circa il vero impatto che i lavori finanziati dal PNRR avrebbero avuto sulla zona di via Sala e via Marmorale fino a marzo scorso. Ciò che più duole è la remissività, per non dire la sottomissione, dei cittadini, che non provano un moto di sdegno nel vedere distruggere l’unico edificio, la scuola “Federico Torre”, che ha una dignità architettonica nel panorama di brutti caseggiati anonimi che lo circondano e che resteranno intorno al vuoto delle coscienze.
D’altra parte l’indifferenza dei beneventani verso la propria storia è di antica data. Già nel 1847 il grande filologo Theodor Mommsen, primo a ricevere nella storia il premio Nobel per la letteratura, in una lettera a un suo collaboratore, disse: “Benevento potrebbe andare superbo, per quel genio per le antichità che l’amor patrio stesso richiede e che si incontra fin nei più piccoli paesi dell’Italia. In generale debbo dire che non ho veduto in città alcuna trascurataggine e vandalismo somigliante a quello de’ Beneventani”.