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Venerdi 20 Settembre, ore 21, sarà presentato live al Caffè dell’Orto il nuovo progetto di Corrado e Carlo Ciervo, ‘Tekciervo’, che continuano sulla strada della ricerca musicale. La strada che condurrà all’uscita del disco è già ben avviata, e questa è un’ottima occasione per ascoltare dal vivo i nuovi brani che hanno preso forma.
Ad accompagnare Corrado e Carlo Ciervo ci saranno anche Carlo Corso, Simone Ierlardi e Giuseppe Tomaciello ed altri ospiti. Ad aprire la serata sarà la splendida voce di Alfredo D’Ecclesis.

“E’ possibile immaginare una storia in cui le voci più seducenti della nobile tradizione popolare italiana, quelle di Rosa Balistreri, di Concetta Barra, di Gabriella Ferri e di altre ugualmente brave esecutrici del canto tradizionale, possano incrociarsi, intersecarsi con quelle di Boubacar Diallo, di Baldè Alfa Omar, ossia con quelle dei ragazzi arrivati qui, da noi, dopo aver attraversato il deserto e il mare?
Noi, questa storia, l’abbiamo immaginata. E, dunque, il tema che la sottende – spiegano – è proprio il viaggio. Un viaggio di attraversamento di luoghi inospitali, in condizioni terribili. Quel viaggio che tanti ragazzi scelgono di compiere per arrivare in Italia. E così il canto finisce per assumere una funzione salvifica, utile ad affrontare momenti complessi, ma anche una valenza catartica, in grado di supportare la forza della memoria. In questo senso, il canto non segue finalità mercantili e neppure motivi puramente estetici. Il canto aiuta a vivere, il canto è funzionale alla vita. Insomma: si canta per vivere meglio.
E quella medesima funzione la si ritrova anche nell’Italia prima del boom economico, quando la voce era lo strumento che serviva a combattere, alla maniera di Woody Guthrie, i mali del mondo: il lavoro sfruttato e alienato, le violenze degli amori, le disuguaglianze sociali.
E così le grandi cantanti italiane e le cantatrici popolari le abbiamo immaginate come le “madri/guide” dei figli con la faccia nera che intraprendono il viaggio.
Essi partono come partirono i nostri avi per fuggire la fame, per cercare lavoro, per ritrovare un luogo “altro” dove sognare un futuro migliore.
Partono in silenzio, spesso senza confessarlo neppure alle mamme, portandosi dietro non solo speranze e desideri, ma anche paura, insicurezza, rimorso. E perciò è come se avessimo voluto trovare per loro delle mamme in grado di temperare, di mitigare, per quanto possibile, le loro angosce. Svolgono la funzione delle voci materne, supportano i ricordi dei loro viaggi, risuonano nelle loro teste e nel disco”.