Tempo di lettura: 4 minutiUn detenuto romeno di 28 anni è fuggito dall’ospedale di Sessa Aurunca (Caserta), dove era stato condotto dalla polizia penitenziaria per una visita ambulatoriale. Si tratta di Denis Costel Strauneanu, nato in Romania il 17 dicembre 1996 e arrestato il 20 luglio del 2021 a Roma: era detenuto nel carcere di Carinola e era in ospedale per sottoporsi a una radiografia. Pare sia fuggito da una finestra di un bagno dell’ospedale; sulle sue tracce si sono subito messe le forze dell’ordine, che stanno setacciando i dintorni del presidio sanitario e le aree limitrofe. L’evasione del 28enne non sorprende il sindacato della polizia penitenziaria Uspp, da sempre critico con le carenze di organico tra gli agenti, problema che si ripercuote su servizi fondamentali e rischiosi come il trasporto di detenuti dal carcere ad altri luoghi, come appunto gli ospedali o tribunali.
“Da tempo – dicono il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario campano Ciro Auricchio – denunciamo le condizioni di estrema difficoltà in cui opera il personale di polizia penitenziaria in tutta Italia, specialmente in Campania; più volte abbiamo rappresentato le difficoltà di operare in condizioni di sicurezza degli agenti addetti ai nuclei traduzione e piantonamento”. “Difficoltà che – aggiungono i due sindacalisti – nonostante l’utilizzo di personale in servizio all’interno delle strutture penitenziarie, causano un continuo susseguirsi di attività in sotto organico tali da determinare anche episodi come quello appena accaduto nell’ospedale del Casertano”. “Si rende necessario – secondo Moretti e Auricchio – un urgente intervento anche di verifica della corretta gestione da parte del vertice del Provveditorato alle carceri, che continua miopemente a non rispondere alle sollecitazioni che l’Uspp, insieme agli altri sindacati, sta avanzando in relazione alla messa in sicurezza del lavoro della polizia penitenziaria”.
Dopo la clamorosa evasione, poche ore fa, di un detenuto del carcere di Carinola dall’Ospedale di Sessa Aurunca, dove doveva fare una visita, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE chiede un incontro urgente con i vertici del DAP e del Ministero della Giustizia.
Spiega Tiziana Guacci, segretario regionale del SAPPE Campania: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri della Campania – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri regionali. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari (sembrerebbe che il detenuto evaso fosse sotto scorta…), il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento. Eppure, il provveditorato penitenziario di Napoli se n’è completamente fregato”.
“Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dell’evaso, di origine rumena, che spero venga preso quanto prima”, evidenzia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Si riparta da questa evasione per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. Capece denuncia infine “le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri” e torna a denunciare il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla Polizia Penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti: “E proprio per questo, per il SAPPE è stato un errore abolire la sanità penitenziaria e delegare tutto alle AA.SS.LL“.