E’ arrivata a Catania la prima sconfitta in questa stagione per il Benevento che deve fare mea culpa per un avvio di gara troppo morbido e per le tante occasioni fallite nella ripresa. L’attacco è ancora poco ‘cattivo’ mentre in mezzo al campo non ha funzionato il doppio innesto dal 1′ di Viviani e Acampora, apparsi a corto di condizione. Bene gli ingressi di Perlingieri e Borello.
Nunziante 6 – Intercetta di piede la prima conclusione di Lunetta ma non può fare nulla sul successivo tiro di Carpani che viene anche leggermente deviato da Viscardi. Regge in maniera egregia la pressione di un match così importante davanti a oltre 17mila spettatori. Siamo solo alla seconda giornata ma il suo percorso di crescita è già evidente nonostante la sua giovanissima età.
Berra 5,5 – È chiaramente prestissimo per emettere giudizi definitivi, ma la sensazione è che relegato a destra non riesca ad esprimere tutto il suo potenziale. È in ritardo in un paio di circostanze, più o meno come accaduto con la Cavese al debutto.
Capellini 5,5 – Si rialza dopo aver apparecchiato la tavola a Lunetta in occasione del vantaggio del Catania quando perde il tempo e consente agli etnei di andare alla conclusione. Forse in alcune circostanze è troppo bello quando invece servirebbe essere brutti, sporchi e cattivi.
Viscardi 6 – Conferma di essere a suo agio al centro della difesa facendo valere le sue doti fisiche. Quando serve accetta la lotta non andando più di tanto per il sottile.
Ferrara 6 – Cresce alla distanza dopo un primo tempo troppo passivo quando non riesce ad arginare gli avversari nella sua zona. Ha qualità per spingere a sinistra ma non sempre le sfrutta.
Acampora 5 – Due passi indietro rispetto alla Cavese. Paga il grande ritmo imposto alla gara dagli etnei e viene travolto senza mai incidere (dal 1′ st Borello 6 – Auteri lo getta nella mischia ad inizio ripresa e l’ex Monopoli crea subito scompiglio tra gli avversari non dando punti di riferimento al Catania. Impegna il portiere in maniera importante creando i presupposti per la grande occasione fallita da Manconi).
Talia 6 – Soffre in avvio come tutti gli altri per un approccio troppo timido. Si rialza alla distanza e sfiora anche il gol nella ripresa scheggiando la traversa.
Viviani 5 – Le gambe non girano e di conseguenza il pallone non viaggia come dovrebbe. La condizione latita e con il senno di poi si è rivelato un azzardo schierarlo insieme ad Acampora che non é certo al top esattamente come l’ex Cosenza (dal 61′ Pinato 6 – Riesce ad avere un impatto positivo sulla gara con le sue lunghe leve dimostrando che la sua fisicità sarebbe servita tanto per arginare la maggiore freschezza del Catania nel primo tempo).
Lamesta 5,5 – Dialoga poco con i suoi compagni di reparto che continuano a scappare via invece di provare il fraseggio nello stretto con l’ex Rimini. Alterna giocate pericolose a tentativi impossibili di dribbling con la difesa del Catania che riesce molto spesso ad imbrigliarlo. In alcune occasioni cerca troppo la soluzione ad effetto invece di affidarsi a qualcosa di più semplice (dall’87’ Starita sv).
Manconi 5 – Sturaro gli strozza in gola l’urlo del gol salvando sulla linea un tiro a botta sicura dell’ex Modena. Il suo è un equivoco tattico che va chiarito il prima possibile perché tende sempre a spostarsi nella zona di Lanini invece di aprire gli spazi per il suo compagno di reparto. Poco cinico in area quando calcia addosso al portiere quasi all’altezza del dischetto del calcio di rigore.
Lanini 5 – Mai un guizzo, mai uno strappo dei suoi con la caviglia che probabilmente continua ad impedirgli di essere al top. Cerca invano Manconi per appoggiarsi ma troppo spesso se lo ritrova vicino e gli spazi si affollano (dal 1′ st Perlingieri 6,5 – Esattamente come era già successo contro la Cavese il suo ingresso coincide con l’inizio di una fase di gara diversa per il Benevento che trova in lui la boa capace di smistare palloni. Va vicinissimo al gol al 74′ quando da fermo sfiora il palo alla destra del portiere).
Auteri 5,5 – “Abbiamo sbagliato l’approccio”, si è affrettato a sottolineare davanti ai microfoni dopo il triplice fischio. In campo non va lui, ma spetta all’allenatore il compito di tenere i suoi calciatori subito sul pezzo e non dopo quasi mezz’ora di gioco. Bravo nella ripresa quando corregge l’assetto inserendo Borello e Perlingieri che danno un nuovo volto alla Strega. La sensazione, ma siamo solo alla seconda giornata, è quella di un allenatore ancora alla ricerca dell’assetto e degli uomini giusti al quale affidarsi per tutta la stagione.