Quando si dice ‘ogni riferimento è puramente casuale’. Programmati in due serate diverse della appena terminata edizione di ‘Benevento Città Spettacolo’, causa maltempo, Tonino e Umberto si sono ritrovati ‘schedulati’ nella stessa serata. In un primo momento prima Gitano, poi Smaila, poi l’inversione, sul palco ci sale prima l’Umbertone nazionale.
Smaila a scaldare la folla, Gitano a farla saltare. Tre ore, quasi quattro, di musica, diametralmente opposta senza ombra di dubbio. Quella di Smaila il solito excursus della musica italiana (e non) dai lontani anni 60 ai giorni nostri. La gag con Clemente Mastella, qualche sprazzo di storia di Maleventum, tra noce e streghe e poi la ormai vincente performance accompagnato dalla sua band e dal pubblico presente, di ogni età, un pò tiepidino a dire il vero. Ammuina mixata a momenti di musica leggera italiana, una performance canora che in alcuni momenti ha lasciato il pubblico interdetto.
E poi c’è lui, Gitano, al secolo Antonio Fusco. Un trascinatore, un vero mattatore. C’è addirittura chi ha scritto che “sarebbe stato citato dal comune di Benevento per aver fatto lesionare tutti i palazzi di piazza Roma con la tua voce a mille”.
Il giorno dopo la sua bacheca social e una mistura di complimenti e a quando il prossimo concerto, lui ringrazia e manda stilettate a qualcuno... Così, naturale, senza peli sulla lingua, come ha sempre fatto e forse ‘pagato’. L’artista a tutto tondo fa così, sul palco incanta e quando spegne il microfono non le manda certamente a dire. Un vero ‘Gitano’.