Il mercato estivo del Napoli ha rappresentato una vera e propria svolta nella gestione del club, con Aurelio De Laurentiis che ha deciso di fare un all-in senza precedenti. Seguendo le indicazioni di Antonio Conte il patron azzurro ha investito ben 149,50 milioni di euro per rinforzare la rosa con giocatori del calibro di Leonardo Spinazzola, Rafa Marin, Alessandro Buongiorno, David Neres, Romelu Lukaku, Scott McTominay e Billy Gilmour.
Tuttavia, gli incassi provenienti dalle cessioni e dai vari prestiti non sono stati all’altezza delle aspettative. La vendita di Leo Østigård e altre operazioni minori hanno portato nelle casse del Napoli solo 11,50 milioni di euro, una cifra decisamente bassa rispetto alle spese sostenute. A complicare ulteriormente la situazione finanziaria, la mancata cessione di Victor Osimhen, che avrebbe dovuto rappresentare la principale fonte di finanziamento per il mercato.
Nonostante l’assenza degli introiti provenienti dalla Champions League e dal Mondiale per Club, De Laurentiis ha scelto di rompere con i princìpi di una gestione economica sempre oculata e parsimoniosa, puntando invece su un mercato aggressivo e ambizioso. La decisione di affidarsi a Conte e di assecondare le sue richieste ha evidenziato un cambiamento radicale nella strategia del club, pronto a rischiare pur di tornare ai vertici del calcio italiano ed europeo.
Valutando complessivamente l’operato del Napoli, si può considerare il mercato da 8. Con un esterno di centrocampo in più e con la cessione di Osimhen – una situazione che ha del paradossale e che ha fatto discutere l’intero ambiente – si sarebbe potuto parlare di un mercato da 10. Ora, la palla passa a Conte e al gruppo di giocatori assemblato con cura e grande dispendio economico. La squadra c’è, e le aspettative sono alte. Starà al tecnico salentino dimostrare che questa scommessa audace può portare i frutti sperati.