“Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino…”. La rotta è sempre la stessa, avvolti dalla musica di una, dieci, cento chitarre che suonano all’unisono sul mare al Dum Dum Republic.
Sarà una notte magica, illuminati dal chiarore della luna, mentre il mare, con le sue onde che si infrangono sulla spiaggia, segna il ritmo.
Il Dum Dum Republic, il più famoso beach club del Cilento, chiama a raccolta musicisti, cantautori, poeti, viaggiatori e sognatori, sirene e marinai, lovers, inguaribili romantici e astrofili, tutti protagonisti della grande performance collettiva della factory ‘en plein air’, spazio creativo di sperimentazione, di esplorazione sonora e di dialogo.
Le stelle, dimensione del sogno e dell’immaginario fantastico, diventano ispirazione per il Festival del Dum Dum “La Chitarra e le Stelle”, che ritorna a grande richiesta martedì 13 agosto 2024.
Una lunga giornata che ricorda la dilatazione spazio-temporale dell’Ulisse di James Joyce, in cui aprono varchi sensoriali e sonori, aperti a tutti ad ingresso libero, a partire dal pomeriggio fino a notte fonda: dalle lezioni pomeridiane di chitarra con Son Pascal; i mercatini etnici; le lezioni di pilates al tramonto di Maria D’Alessandro per il benessere del corpo e della mente; il body painting di Giulia Pagano; il live painting con Marco De Chiara. In serata la grande jam session collettiva con l’esibizione sul palco di tutti i talenti emergenti che hanno partecipato al contest aperto dal Dum Dum Republic per permettere ai giovani di avere un palco su cui esibirsi, fino ad arrivare all’esibizione di Son Pascal e alla gran chiusura del concerto sotto le stelle della band salentina “I Mundial”, per chiudere, infine, con i giochi di fuoco.
“Le stelle ai sognatori. Riprendiamoci la meraviglia, troppe volte diamo per scontata la bellezza che ci circonda, presi da mille pensieri. Ma cosa c’è di più bello di una notte stellata in riva al mare? – afferma Biancaluna Bifulco, titolare del Dum Dum Republic – Con la sguardo incantato ce ne staremo sdraiati sulla spiaggia a contemplare le stelle, cercando di afferrarne una mentre si tuffa nel mare, sentirla dentro il nostro cuore che pulsa. Cento chitarre ci accompagneranno nel viaggio verso le stelle. Riprendiamoci la meraviglia, ragazzi, e tutte le stelle del cielo d’agosto. La finalità è ridare alle persone la poesia di ammirare la bellezza della natura”.
La Factory sul mare del Dum Dum apre, così, le sue porte all’arte e ai giovani per esprimere il proprio talento e la propria creatività, liberi di essere se stessi.
E dopo l’esibizione dei talenti emergenti e di Son Pascal, infine il concerto de “I Mundial”, irresistibile trio della provincia leccese composto da Carmine Tundo, Roberto Mangialardo e Alberto Manco, musicisti già attivi nel circuito indipendente italiano.
Un progetto che dalle radici della musica pugliese arriva fino alle nuove frontiere dell’elettronica moderna, capace di destare subito curiosità raccogliendo consensi su consensi grazie a un’attività live serrata ed esplosiva.
Mundial è un laboratorio sonoro e visivo, un ponte tra passato e futuro, che recupera le storie e le filastrocche recitate dai nostri nonni e le inserisce in un contesto sperimentale, fondato su un sound creato partendo dai campionamenti dei suoni del paesaggio pugliese, editati e trasformati in pattern ritmici.
Un viaggio musicale, iniziato con l’album “Scercule” e proseguito con “Culacchi”, antico termine dialettale salentino che indica le storielle che si tramandavano in antichità da padre a figlio, da adulto a bambino. Storielle che rappresentavano l’unica forma di intrattenimento prima dell’arrivo della TV e della modernità, a partire dal campionamento di un’antica filastrocca dialettale raccontata nella zona di Noha, paesino nel cuore della provincia leccese. La filastrocca, utilizzata per intrattenere i bambini, viene reinterpretata in chiave elettronica dalla band con l’utilizzo di sintetizzatori e arricchita da percussioni e strumenti a corde tipici della tradizione popolare, quali mandolino, tamburelli e tammorre.
La parte visiva, reinterpreta attraverso la psichedelia il mondo onirico raccontato nella storiella, dove le figure umane e quelle animali si fondono creando una sorta di microcosmo tribale dove l’ascoltatore può abbandonarsi ai propri istinti primordiali.