Beni per quasi 5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Bologna nell’ambito della indagine che, lo scorso marzo, aveva portato all’arresto di quattro persone – tre napoletani e un salernitano residente nel Bolognese – indagati, in concorso tra loro, per tentata estorsione aggravata dal cosiddetto metodo mafioso ai danni di un imprenditore bolognese.
Il decreto di sequestro preventivo, relativo a denaro e beni per 4,8 milioni di euro, è stato emesso dal Gup Grazia Nart alla luce dei nuovi risultati investigativi e accogliendo le richieste avanzate dalla Procura. Tra i beni sequestrati c’è l’intero compendio aziendale di due società attive nella gestione di altrettante strutture ricettive a Montecatini Terme, in Toscana.
L’indagine, condotta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Bologna, aveva fatto emergere che l’imprenditore bolognese, titolare di un’azienda a Castel Maggiore attiva nel settore dei trasporti e della logistica, era stato contattato dai quattro campani che gli avrebbero proposto la cessione, dietro pagamento, di crediti d’imposta fittizi: la vittima avrebbe dovuto acquistare da una società, nella piena disponibilità dei quattro, un credito Iva di circa 4,8 milioni di euro. In questa fase, secondo i finanzieri, sarebbe emerso il metodo mafioso, perché la proposta commerciale si sarebbe configurata come una imposizione, con intimidazioni e minacce, rivolte a lui e alla sua famiglia qualora non avesse accettato la ‘proposta’.
Tentata estorsione mafiosa a Bologna, sequestro per 5 milioni
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