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Si starebbero già chiudendo le indagini avviate dai Carabinieri Forestali a seguito del grave incendio che ha interessato la montagna di Montevergine nella notte tra sabato e domani.

 L’intervento umano dietro quanto accaduto e, dunque, la matrice dolosa dell’atto, sembrerebbe ormai accertata  e gli investigatori potrebbero presto essere in grado di identificare il responsabile.

incendi che dalla serata di sabato scorso hanno sconvolto un ampio costone del monte Partenio, riducendo in cenere almeno cinque ettari di area boschiva.

 

Guidati dal colonnello Fernando Sileo, i carabinieri forestali hanno già effettuato almeno due sopralluoghi accurati nella zona interessata. Le prove raccolte sono state meticolosamente esaminate e una prima relazione è stata inviata alla Procura della Repubblica di Avellino.
 
Questo rapporto preliminare ha delineato i dettagli iniziali delle scoperte fatte sul campo, mettendo in luce elementi chiave che potrebbero portare all’individuazione del colpevole e di eventuali complici.
 
Nelle prossime ore è prevista la trasmissione di un’ulteriore informativa alla Procura, arricchita di nuove prove concrete raccolte durante le indagini e formalare i capi di imputazione specifici, ceramente anche quello di disastro ambientale.

Le indagini, al momento contro ignoti, sono particolarmente mirate a relazionare potenziali inneschi trovati nella zona, micce ma anche mozziconi di sigarette, con l’origine dei roghi.
 
   È certo comunque che le fiamme, che hanno lambito ristoranti e ville che si trovano lungo la statale che da Mercogliano conduce al santuario mariano di Montevergine, ma anche le stesse abitazioni del centro abitato in via Ammiraglio Ronca, non sono state originate da autocombustione.

Dlla serata di sabato oltre cento uomini di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Comunità Montana e volontari, con l’intervento di due canadair, sono stati impegnati nelle operazioni spegnimento.

 
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