Come storicamente avvenuto con le numerose composizioni americane (brani di Kern, Gershwin, Rodgers & Hart e tanti altri) riprese dal jazz fino a divenirne degli standard, da diversi decenni si assiste ormai periodicamente a riletture in chiave jazz delle più note canzoni napoletane.
Si va da timidi approcci in cui il linguaggio del jazz è quasi assente, ad interventi seriosi che in alcuni casi stravolgono eccessivamente gli originali.
Ciò non avviene però nell’album Parthenoplay di Marina Bruno, protagonista del concerto inaugurale dell’edizione 2024 del ‘Jazz sotto le stelle – Pietrelcina Festival’. L’ottimo pianista Giuseppe Di Capua, autore degli arrangiamenti, si è infatti accostato ai conosciutissimi brani partenopei con un atteggiamento al contempo rispettoso e creativo, non rinunciando però a divertirsi – e quindi a divertire – con una miriade di rimandi e di fantasiosi accostamenti.
Così nell’interpretazione di classici come Funiculì Funiculà affiora il Mingus di Nostalgia in Times Square, e l’iconico Napul’è di Pino Daniele si incontra con i Figli delle Stelle di Alan Sorrenti, e così via, passando per Caravan dì Gillespie a sottendere la ‘A rumba d’ ‘e scugnizze di Viviani, quando la Bruno si dichiara orgogliosamente concittadina del grande artista di Castellammare di Stabia. Ogni canzone del concerto viene pertanto allo stesso modo reinterpretata da un gruppo di favolosi musicisti e dalla voce intonatissima e cristallina della cantante.
Ma non basta: all’interno delle esecuzioni fanno capolino mille altre citazioni – da Summertime a Take Five, impossibile elencarle tutte – per il puro godimento degli appassionati. Il tutto impreziosito dalle voci registrate di Mariano Rigillo, Erri De Luca, Lorenzo Marone che introducono alcuni brani.
La formazione sul palco è di tutto rispetto: oltre ai citati, coniugi nella vita, va assolutamente rimarcato il ruolo dell’eclettico sassofonista Daniele Sepe, che interviene in modo geniale apportando il suo decisivo contributo al gruppo, e degli altri strumentisti di assoluto livello, come l’esperto contrabbassista Aldo Vigorito, l’abile drummer Peppe La Pusata, e il valente Pasquale Bardaro al vibrafono, autore di pregevoli assoli.
Applausi a scena aperta, richieste di bis, spettatori soddisfatti: un ottimo esordio per la rassegna del ventennale, a riprova delle valide scelte operate dal direttore artistico Giovanni Russo e della qualità complessiva del Festival.
‘Jazz sotto le stelle’, a Pietrelcina Marina Bruno e il suo Parthenoplay
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