Al Comune di Napoli costano 450mila euro i rimborsi ai datori di lavoro, a seguito dei permessi dei consiglieri comunali. Una spesa disciplinata dalla legge. Ma rientrante fra le “rilevanti emergenze non previste”, eppure “indifferibili”, secondo l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta. È solo uno degli esempi, citati nella nota di sintesi dell’assessore. La manovra di Assestamento di bilancio è di circa 23 milioni. E va approvata entro il 31 luglio. Il 29 luglio è convocata l’assemblea di via Verdi, per procedere all’ok. E non poche sono le importanti “emergenze non previste”, capaci di assorbire “buona parte” dei 15 milioni recuperati dall’amministrazione. Tra queste figurano i 5,3 milioni per l’impianto di riciclo della carta. È la compartecipazione comunale al finanziamento statale da 12 milioni. C’è poi il capitolo Tari, tassa cresciuta a dismisura 12 mesi fa, per effetto di una delibera. “Abbiamo scelto di non far ricadere sui cittadini – scrive Baretta – l’incremento dei costi di raccolta e smaltimento rifiuti (da 253 a 257 mln)”. Altro esborso imprevisto: fondo tassa d’imbarco aeroportuale. A pesare è il contenzioso con le compagnie aeree. Il ricorso al Consiglio di Stato “comporta la necessità di accantonare, prudenzialmente, 3,6 mln, almeno un terzo della cifra prevista”. Oneri finanziari e fiscali. “La oscillazione, al rialzo, dei tassi comporta un aggravio di costi di almeno 2 mln”. Iva su energia elettrica. “Abbiamo perso una sentenza e dobbiamo adeguare l’Iva al 22% sulle forniture di energia elettrica”. Imu su proprietà fuori comune: 700 mila euro. Insomma, solo questi casi di “esborso non previsto” costano 18 milioni.
Con le altre risorse disponibili, la giunta Manfredi intende finanziare diversi settori. Cultura e turismo. “L’incremento della attività turistica – spiega l’assessore – necessita di un crescente numero di eventi. Appostiamo in bilancio 1,1 milioni, di cui 300 mila direttamente alla promozione turistica e il rimanente ad eventi culturali”. Refezione scolastica: circa 17-18milioni. “La cifra è rilevante, ma lo è anche l’evasione (incassiamo tra i 7/8 mln) – afferma il responsabile del bilancio -. Anticipiamo 1 milione. Nel frattempo effettuiamo un monitoraggio sia contabile che gestionale (è consigliabile modificare il sistema di pagamento passando a ticket preacquistati)”. Welfare: al sostegno alla disabilità vanno 500.000 euro. L’aggiornamento dei sistemi e dei mezzi informatici, viceversa, esige 300mila euro. Sito Unesco: programmati interventi per 200 mila euro. Corso concorso. “Non tutta la formazione può essere fatta dal Formez. Va finanziato un corso specifico per 350 mila euro”. C’è inoltre il restyling della sala del Consiglio Comunale (300 mila euro).
Oltre a questi capitoli di spesa, “sono molti quelli che non siamo riusciti a finanziare” ammette Baretta. E rammenta di essere un ente in predissesto, pur rivendicando all’amministrazione Manfredi “di aver messo sotto controllo la situazione finanziaria”. L’assessore evidenzia uno “scarto tra la crescente domanda di spesa e le limitate risorse disponibili”. Individua la via maestra nella “rigorosa selezione delle priorità”, ma anzitutto nell’aumento delle entrate. E una bacchettata arriva agli assessorati: l’equilibrio tendenziale tra entrate e uscite “non può essere gestito solo dal bilancio generale del Comune”, ma anche dai loro consuntivi. Due sono tuttavia gli allarmi a Palazzo San Giacomo. Uno le minori entrate per 1,6 milioni. “È un aspetto che va approfondito per meglio comprendere le ragioni”. L’altro sono i debiti fuori bilancio: 4 milioni. A consolare Baretta, i 15 milioni recuperati dalle politiche dirette del bilancio. Vengono da utili di Asia (9,5 mln), miglior pagamento Irpef (3), tassa di soggiorno (1), Iva (1,5).