E’ costata una sanzione della Guardia di Finanza la mancata esposizione del tariffario, per trenta tassisti dell’isola d’Ischia che, con l’arrivo dell’estate, hanno intensificato i controlli sull’isola.
Secondo i controlli eseguiti tra giugno e luglio, ai clienti applicavano in modo arbitrario prezzi che si aggiravano dai 50 ai 100 euro, in tratti stradali i cui regolamenti comunali prevedono un ammontare tra i 15 e 45 euro.
Tra gli episodi contestati dalle fiamme gialle si evidenzia il costo applicato da un tassista nel Comune di Serrara Fontana che, all’atto della discesa dei passeggeri, chiedeva il pagamento di 75 euro, a fronte della tariffa predeterminata di euro 35.
Il taxi non disponeva, inoltre, della revisione all’autovettura. In caso di mancata esposizione del tariffario, l’ammontare della sanzione prevista è pari a un minimo di 86 a un massimo di 338 euro, oltre alla sospensione della licenza da parte del Comune, superate le 5 violazioni dallo stesso conducente.
“Ormai siamo sull’orlo del baratro istituzionale: chiediamo da tempo presidi perpetui agli scali per garantire sicurezza alla nostra utenza, e il Comune risponde sempre con un nulla di fatto”. Così, l’associazione Tassisti di Base commenta l’episodio avvenuto nel molo Beverello di Napoli, reso noto dalla stampa, dove cittadini, tra cui un noto professionista, e i turisti sono rimasti preda di angherie e truffe perpetrate da alcuni conducenti di taxi.
“Sono circa tre anni che poniamo le criticità negli scali aeroportuali, ferroviari e marittimi agli assessorati ai Trasporti e Legalità, – ricorda l’associazione – per cercare di arginare gli inconvenienti procurati da una minima parte malsana della nostra categoria” e “siamo ancora costretti a dare ulteriore disturbo all’ illustrissimo prefetto Di Bari, chiedendo un incontro per cercare di sollecitare gli assessorati del Comune di Napoli a intervenire nell’immediato per cercare di arginare l’illegalità nel nostro settore”.