Fuori un quartiere blindato, dentro le grisaglie per il solenne accordo sul risanamento dell’ex area industriale. I due volti di Bagnoli, in una mattinata bollente. In tutti i sensi. Tensioni in strada tra centinaia di manifestanti e forze dell’ordine. Stavolta non ci sono le cariche, ma il clima è pesante. Ci si fronteggia a muso duro. Nell’auditorium del parco, intanto, si firma il protocollo tra la premier Meloni e il sindaco-commissario Manfredi. “L’ennesimo accordo in 30 anni calato dall’alto” protestano gli attivisti. Denunciano il mancato confronto con gli abitanti di Bagnoli.
In testa al corteo un grande striscione, esibito dai precari del movimento 7 novembre. C’è scritto “Prima Renzi, poi Meloni. Nessuna passerella sui nostri territori”. Tra gli slogan urlati “Chi ha inquinato deve pagare”. A un certo punto, i dimostranti sono fermati dal cordone di sicurezza delle forze dell’ordine. Gli agenti, in assetto antisommossa, li bloccano in uno slargo nei pressi dell’auditorium. Gli attivisti chiedono di consegnare un documento. Contiene le loro richieste. Una spiaggia pubblica, un mare fruibile e pulito, un parco urbano. I beni comuni, insomma. E poi lavoro in attività a bassa intensità, per i disoccupati della zona. Sulla giornata aleggia pure lo spettro del bradisismo nei Campi Flegrei. Tra le rivendicazioni, anche lo stop a costruzioni in zona rossa. E l’antica aspirazione, mai sopita: partecipazione popolare nelle scelte.
In piazza ci sono anche gli attivisti di Mare libero e gratuito, del laboratorio sociale Iskra e del centro sociale Je so’ pazzo. Promette battaglia la Rete Sociale No Box – Diritto alla Città. “Le scelte sulla colmata di Bagnoli – dicono gli ambientalisti -, sulle nuove edificazioni, sulla ulteriore turistificazione della città non sono condivisibili e incontreranno la nostra ferma opposizione”. In una nota, l’ex consigliere comunale Carmine Attanasio attacca il progetto di nuove case. “Non mi rendo conto – spiega – come si possano decidere certe cose a fronte del fatto che ormai Coroglio è in piena zona rossa e che sarebbe vietato appesantire la zona con altri residenti”. Ma governo e Comune di Napoli vanno avanti per la loro strada.