“Sembra che il sindaco Aliberti abbia dimenticato di essere il primo cittadino di Scafati,” afferma Santocchio. “Per avere notizie sulla gestione del nostro patrimonio e delle partecipate, Aliberti si affida a terzi, ovviamente a pagamento. Ricordiamo tutti la consulenza da 5mila euro pagata all’ex amministratore della società partecipata Acse, Daniele Meriani, per farsi dire lo stato di fatto della Scafati Sviluppo, una società fallita con 12 milioni di euro di debiti lasciati da lui stesso nel 2017. E ora, tocca alle farmacie comunali”.
Santocchio continua spiegando che, nonostante un contenzioso in corso, pronunce giudiziarie e bilanci pubblici, il sindaco ha speso ulteriori 6mila euro per “conoscere l’entità dei debiti” delle strutture sanitarie comunali. “Questo è il segno della totale ignoranza su come vengono gestite le nostre cinque farmacie,” sottolinea Santocchio. “In campagna elettorale, Aliberti aveva promesso di mantenere le farmacie, in contrasto con le prescrizioni della Corte dei Conti che ne impongono la vendita. Tuttavia, il sindaco pro tempore non solo non ha presentato un progetto di rilancio, ma non ha neanche preso atto dei debiti che queste farmacie continuano ad accumulare e che noi cittadini siamo chiamati a pagare”.
Santocchio conclude con una critica diretta alla scelta del sindaco di affidare una consulenza da 6mila euro ad un commercialista a lui “familiare”. “Perché “familiare”? Si tratta dello stesso commercialista della cooperativa che Aliberti utilizza per la sua attività professionale. Stiamo solo ripercorrendo strade già tristemente note: dare incarichi e consulenze senza mai risolvere i problemi”.
Santocchio, infine, lancia un appello ai consiglieri comunali e alla Commissione Garanzia affinché facciano luce su questi sprechi. “La trasparenza è un valore non negoziabile. Al contrario del voto”, ha concluso.