“Mamma ha dovuto superare prove non semplici ma la cura e le attenzioni che le sono state assicurate l’hanno sollevata non poco”. Con una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’ASL, Mario Nicola Vittorio Ferrante, il figlio di una donna presa in carico dal P.O. “Frangipane-Bellizzi” di Ariano Irpino ringrazia il personale dell’ospedale, dell’UOC Medicina, della UOS Lungodegenza e del 118 per le cure riservate alla madre.
“Negli ultimi quindici mesi mia mamma, a causa del suo complicato e delicato quadro clinico, ha collezionato più di un ricovero, sommando oltre sei mesi di degenza in tutti gli ospedali irpini, ma in particolare presso il presidio ospedaliero di Ariano Irpino. – scrive nella lettera – Mi consenta, suo tramite di ringraziare l’intera filiera sanitaria che, nel tempo, I’ha presa in cura in questi ultimi quindici mesi. A partire dal servizio 118 che merita maggiore visibilità, sia per la difficoltà professionale che ha nell’essere costretto ad approcciare pazienti di cui molto spesso non conosce la storia sanitaria sia per il corredo di umanità e di sensibilità non scontate. A loro va il mio primo ringraziamento”.
“L’Ospedale di Ariano Irpino è stato un luogo al quale mia mamma ha dovuto fare l’abitudine per la frequenza con cui è stata ricoverata ed ospitata. – continua – Seppur tra mille difficoltà, a partire dal servizio di Pronto Soccorso non ho mai, e dico mai, trovato medici, infermieri, operatori sanitari che non abbiano avuto comportamenti altamente professionali e rispettosi del paziente. Nel caso specifico, ovviamente parlo di mia madre, il reparto di Medicina e poi quello di Lungodegenza hanno rappresentato una oasi di certezze, di tranquillità e di serenità”.
“Ho potuto verificare come questo trattamento fosse riservato a tutti i pazienti. I nomi dei medici e degli infermieri sono diventati familiari a partire dalla dottoressa Carmen Cocca che, per mamma, ha rappresentato un particolare angolo affettivo oltre che un sicuro riscontro professionale.
I nomi di Savino, Pizza, Cataldo, Cavalli e, in ultimo ma non per ultimo, D’Amato. Li serberò nel profondo del mio cuore. La stessa cosa vale per la dottoressa Losanno ed il dottore Grasso. A tutti costoro va il mio sincero ringraziamento, non solo per la professionalità, dimostrala sul campo, ma anche per la pazienza e la capacità avute di relazionarsi in modo semplice e sincero con la paziente e con i familiari. – spiega il figlio della paziente – lo ritengo che un lavora raggiunge vette importanti di successo quando viene svolto in equipe e con l’apporto di tutti. Il lavoro dei medici sarebbe destinato ad incontrare mille difficoltà se non venisse supportato da quello del personale infermieristico”.
“Ho conosciuto in questi mesi quell’ospedale, persone eccezionali, di tempra e di qualità. Sono state persone capaci di sprigionare sorrisi e abbracci elargendo espressioni tranquillizzanti, non di maniera ma sincere, anche nel bel mezzo di interventi rapidi e concitati. – scrive – Il loro è un lavoro che non può mai essere dimenticato e forse, a volte, non viene riconosciuto come invece meriterebbe. Da mia Mamma ha imparato a conoscere e fissare alcuni nomi, anche se non tutti purtroppo a me ne scuso. Angela e Michela, insieme ad altre, sono state veri angeli custodi che ringrazio dal profondo del cuore. Le loro lacrime hanno testimoniato il legame creato. Grazie a tutti”.
“Il Frangipane dimostra tutti i giorni quanto sia necessaria avere una presenza ospedaliera pubblica di qualità diffusa sul tenitorio e vicina alla popolazione, soprattutto in luoghi impervi e non facilmente raggiungibili”, conclude.
Non manca un encomio anche nei confronti del Direttore Generale: “Il Suo lavoro mi sembra proprio improntato alla coralità, al coinvolgimento e rispetto dei territori di questo io, per ciò che può contare, gliene sono grato”.