Finchè si tratta di decisioni legate a un consumo smodato, ci può anche stare di pensare alle chiusure notturne, necessarie e poco invasive. Finchè si tratta di combattere una stagione secca e arida, senza piogge è anche accettabile che si possa razionalizzare l’acqua.
Lascia interdetti, invece, quando ci si trova di fronte a una questione che sta diventando abbastanza quotidiana: la riduzione, chiusura o irregolarità per guasti improvvisi delle condotte. Sta succedendo con una certa cadenza e riguarda tanto la città di Benevento, quanto la provincia. Un fenomeno che deve lasciar pensare e dovrebbe servire a interrogarsi sulla condizione di tubature che ‘saltano’ come se nulla fosse. E tutto nel periodo più caldo dell’anno, quando l’acqua diventa fonte di sollievo in un’area che è sempre stata generosa dal punto di vista delle gradazione climatica. Diventa quasi un supplizio per i cittadini oltre che per gli operai costretti a dover lavorare in una condizione di ‘reperibilità’ costante e improvvisa, senza soluzione di continuità in termini di giorni e orari.
Una casistica che si sta ripetendo in maniera costante ultimamente. E, volendo, ci può anche stare, specie se si ha a che fare con un sistema probabilmente soggetto a guasti, forse per vecchiaia. Diventa meno accettabile quando è la mano dell’uomo a mettersi di mezzo con scavi che vanno a toccare le condotte e fanno salire ‘geyser’ di acqua al cielo. Questo è meno accettabile, è un vero e proprio danno per la comunità, frutto della sufficienza o di calcoli sbagliati.
Tant’è, è cominciato un periodo di stop all’erogazione notturna nel capoluogo ma intanto si affianca questa continua interruzione o irregolarità che condiziona abbondantemente nella fruizione di quello che dovrebbe essere un bene primario e garantito e che, invece, si sta trasformando nel privilegio quando c’è.