Tempo di lettura: 2 minuti

Seconda ospite di piazza Federico Torre nella seconda sera del BCT è la grande attrice Lina Sastri. Una vera e propria forza della natura, un’artista a tutto tondo che ha raccontato la sua prima opera come regista, ‘La casa di Ninetta’, un film tratto da un suo racconto che parla e racconta la sua amata mamma.

Ambientato in una Napoli che in un certo senso non c’è più, una Napoli in cui c’era Eduardo de Filippo che le fu maestro nella sua eleganza, ricordiamo ‘Natale in casa Cupiello’ dove Lina interpretava la figlia di Eduardo e di Pupella Maggio, una Napoli dove si parlava una lingua che “Anche chi non è di Napoli capisce”, una Napoli meno sicura ma che non ti faceva mai sentire sola.

Un film nato da un bisogno personale di ricordare, un film che non doveva essere film, ma solo un semplice racconto, ambientato negli interni in una sola casa per via del piccolo budget, e negli esterni nel quartiere dove è cresciuta Lina con la sua grande e complessa famiglia.

Ma chi era Ninetta? Ninetta era una donna “Che vedeva, io non vedo, io mi metto paura”, era una donna leggera che dava importanza solo alle cose che hanno bisogno di attenzione, una donna che non parlava più per colpa dell’ Alzheimer, ma che cantava e infatti in alcune scene del film si può sentire la sua voce.

Un’artista Lina, che si è raccontata in modo disarmante, che ha parlato del grande privilegio di essere artista, svelando un piccolo segreto: “Una cosa diventa interessante quando i fatti tuoi non sono più fatti tuoi, quando possono diventare i fatti degli altri, fatti in cui riconoscersi e questo si chiama teatro, si chiama cinema, si chiama arte, questo ha un senso”.

E così, prima della proiezione del film, visto da tantissime persone, Lina ha ricevuto il premio per l’esordio alla regia, un esordio arrivato per caso ma che, da grande attrice quel è non poteva passare inosservato. 

                                                                                     di Valentina Scognamiglio