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La Campania parla a nome di un altro Sud, quello dell’efficienza ma chiedendo di avere armi pari su risorse e personale. Poiché così non è, noi dobbiamo fare le barricate contro questo tipo di autonomia differenziata.
LA Campania è in prima linea nella battaglia”. Così il governatore della Campania Vincenzo De Luca nell’appuntamento social del venerdì parlando del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato dal Parlamento.
La nostra linea – ha aggiunto – è quella della burocrazia zero, non della rottura costituzionale. La Regione Campania chiede più poteri su quelle materie su cui impera la palude burocratica romana e questa è l’altra battaglia da fare”.
La Campania – ha aggiunto De Luca – si siederà al tavolo dell’autonomia un minuto dopo l’approvazione della legge ma per muoversi in direzione opposta a quella di questa autonomia.
Vogliamo invece far valere al tavolo la nostra linea che è quella di burocrazia zero. Anziché spaccare l’Italia e fare i furbi sulle risorse per sanità, trasporto pubblico e scuola, muoviamoci assieme – l’appello di De Luca – per sconfiggere la palude burocratica romana”.

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca parla di autonomia lanciando una sfida all’opposizione e ai settori della maggioranza critici sul provvedimento: “Approvate due emendamenti. Il primo per vietare a tutte le regioni, del Nord e del Sud, di fare contratti integrativi regionali per sanità e scuola. Sarebbe questo un elemento di garanzia e di non rottura dell’unità nazionale. Noi siamo disponibili se diciamo che l’autonomia non vuole spaccare l’Italia e si approva l’emendamento che vieta di stipulare contratti integrativi in tutte le regioni su sanità e scuola. In questo modo – spiega – potremmo evitare referendum e ricorsi alla Corte Costituzionale”.
L’altro emendamento cui fa riferimento De Luca riguarda le risorse per le regioni stanziate dal fondo Ssn: “Devono essere uguali per ogni cittadino – avvisa – così come il numero dei dipendenti della sanità pubblica deve essere uguale per tutte le regioni. Se approviamo questi due emendamenti – ha concluso – possiamo andare avanti tranquilli”.

Gli unici insulti pubblici sono stati quelli della Presidente del Consiglio quando andammo a Roma il 16 febbraio per protestare, allora eravamo gli unici, contro l’autonomia differenziata. Ci disse di andare a lavorare.
Questi sono gli unici veri insulti pubblici per i quali Meloni non si è mai scusata e non le scemenze registrate e rubate da una conversazione in privato senno. Con le frasi rubate se ne cadrebbe l’Italia”. Così il governatore campano Vincenzo De Luca nell’appuntamento social del venerdì dedicato in larga parte al tema dell’autonomia differenziata.

Il governatore campano Vincenzo De Luca la introduce al termine dell’appuntamento social del venerdì definendola “una chicca prima di concludere questa nostra chiacchierata”.
Si tratta della lista dei parlamentari eletti in Campania – tutti di maggioranza – che hanno votato a favore del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Si tratta di sei esponenti di Fdi (“gli eroi di Fdi”, ironizza de Luca), due della Lega, due di Forza Italia e uno di Noi Moderati. De Luca li nomina uno a uno, declamandone nome e cognome. “Ecco – ha poi chiosato il governatore – questi i nostri eroi ai quali vedremo di dare una medaglia al valore civile per aver contributo a calpestare gli interessi del Sud e della Campania. Andremo avanti comunque – la promessa di De Luca che si rivolge agli utenti di Fb – nessuno si illuda, ci faranno perdere tempo, sono tutti pretesti, ma capita a volte che ci sia qualche qualche esponente istituzionale che non abbia voglia né di fare il maggiordomo, né di fare lo scendiletto del governo nazionale, né di vivere da ectoplasma ma da uomo libero. Noi rispettiamo tutti – ha concluso il governatore campano – ma chiariamo a tutti che la nostra dignità non è in vendita”.

Sull’autonomia differenziata il governatore campano De Luca plaude ad alcune prese di posizione critiche registrate all’interno della maggioranza e invita le regioni a una battaglia comune: “La Campania ha guidato la battaglia. Registro con soddisfazione – ha detto oggi nel corso dell’abituale appuntamento social del venerdì – il fatto che ci si e svegliati e che ci sono state dichiarazioni di colleghi presidenti di Regione della maggioranza, in particolare Occhiuto che è un bravo amministratore e al quale dico che forse potevamo organizzarci un pò prima, quando lo chiamai prima del 16 febbraio e mi disse che aveva qualche problema a livello nazionale. A lui e a Bardi dico meglio tardi che mai, considero importanti le loro prese di posizione anche se nessuno ha fatto riferimento ai fondi di sviluppo e coesione che sono bloccati”. Per De Luca la battaglia si deve sviluppare su due fronti: contro l’autonomia differenziata ma anche contro il centralismo burocratico dei ministeri romani e per burocrazia zero. Nel merito del disegno di legge approvato dal Parlamento in settimana De Luca ha spiegato quelle che a suo avviso sono le criticità: “Sulla base della spesa storica la prima truffa è che chi è più ricco sarà più ricco e chi è più povero sarà più povero. La seconda truffa è che senza oneri aggiuntivi per lo Stato come si fa la perequazione tra Nord e Sud? La terza truffa consiste nel trattenere il residuo fiscale su Iva, Irpef e Irap.
Se le regioni ricche trattengono quelle risorse il fondo di solidarietà come lo finanziamo? Questa autonomia è una truffa che spacca l’Italia e privilegia i più ricchi”. Di qui la proposta all’ opposizione e “agli amici di Forza Italia che vogliono fare una battaglia per il Sud” di un impegno comune per competere ad armi pari.
“Oggi la Campania ha metà del personale sanitario dell’Emilia Romagna – ha ricordato De Luca – se dobbiamo fare la sfida dell’efficienza deve essere ad armi pari e con uguali risorse nel riparto del fondo sanitario nazionale dove la Campania viene derubata ogni anni di 200 milioni di euro. Ok alla sfida dell’efficienza – ha ribadito – ma se si parte ad armi pari e dopo ogni regione si può giocare le proprie carte”.

BAGNOLI –Bagnoli? una truffa”. Non usa mezzi termini il governatore della Campania Vincenzo De Luca per definire il piano per la bonifica dell’area occidentale di Napoli messo in campo dal governo.
Il governatore ha dedicato una buona parte del rituale appuntamento social del venerdì per spiegare il suo punto di vista su un argomento fonte di frizioni, oltre che con l’esecutivo, anche col Comune.
Nel caso di Bagnoli – ha ricostruito De Luca – incredibili a dirsi prendono 1 miliardo e 200 milioni di euro dal fondo della Regione e il ministero non stanzia un euro. La cosa incredibile è che Bagnoli è un sito di interesse nazionale, c’è un commissario a Bagnoli nominato dal governo nazionale, e dunque era del tutto ragionevole che Bagnoli fosse finanziato con i soldi del governo nazionale in quanto sito di interesse come Taranto o Piombino. Primo elemento di truffa – prosegue – ho sentito dire che questa marchetta l’hanno fatta prima delle europee per dire che il governo Meloni aveva sbloccato Bagnoli dopo trent’anni ma il governo Meloni non ha stanziato neanche un euro per Bagnoli che invece va strafinanziata, intanto evitando che diventi una fontana di Trevi”.
“Sì perché per come è oggi il decreto su Bagnoli – ironizza De Luca – hanno venduto la fontana di Trevi, in quanto hanno previsto che il grosso delle risorse, regionali, sia spendibile nel 2028, fra 5 anni. Io invece propongo di finanziare Bagnoli, ma di rendere immediatamente disponibili le risorse ma con i fondi nazionali. In questo momento Il ministro fitto ha 13 miliardi di euro di fondi di coesione e non ha impegnato neanche un euro su un sito di interesse nazionale e si permettono invece di sottrarre un miliardo e 200 milioni dal fondo della Campania che significa penalizzare Napoli e i comuni della Campania”.
“Perché è una truffa? Perché questo argomento di Bagnoli – prosegue De Luca nella sua arringa – nessuno lo ha proposto alla Regione Campania per un un anno. Noi abbiamo presentato il nostro piano di coesione l’undici ottobre. Si poteva telefonare, si poteva mandare una nota scritta, si sono svegliati a marzo del 2024. Il 19 marzo Fitto ci ha detto: il vostro piano di coesione deve essere modificato tenendo conto del miliardo e due da destinare a Bagnoli”.

Mi è stato detto che, non so se il Presidente del Consiglio o il ministro della Coesione, hanno in preparazione un’altra comparsata a Bagnoli. Mi dicono che vogliono mettere qualche gru per far vedere che è cominciato non si sa che.. Si stanno preparando a fare il bis dell’operazione Caivano, fare un po’ di demagogia con i soldi della Regione, allora che sia chiaro per l’ultima volta il governo nazionale non ha stanziato un euro per Bagnoli”. Lo ha detto il governatore campano Vincenzo De Luca nel corso dell’appuntamento social del venerdì.
Noi siamo per finanziare Bagnoli – ha aggiunto De Luca – rendendo immediatamente disponibili quei soldi che con quell’accordo hanno spostato al 2028, ma siamo per utilizzare i fondi del ministero della Coesione e non per togliere risorse ai quartieri di Napoli e ai comuni dell’area metropolitana di Napoli, perché togliere un miliardo e due significa penalizzare tutti i comuni e gli stessi quartieri della città di Napoli.
Allora – ha concluso De Luca – è importante chiarire che a me non ha posto il problema nessuno, non hanno avuto neanche la buona educazione di fare una telefonata, hanno fatto tutto di notte come i ladri di Pisa, hanno fatto un accordo e poi ce lo hanno comunicato e addirittura approvato un decreto legge. Tutto questo con i fondi nostri”.

NAPOLI – Siccome qualcuno ha detto ‘Questo è per difendere Napoli’ Napoli la sto difendendo io in questo momento. Difendo il centro storico, difendo il Vomero, difendo la cultura, difendo piazza Garibaldi”. Dalla sua tribuna sui social Vincenzo De Luca, governatore della Campania, torna sull’argomento Bagnoli per spiegare perché il decreto del Governo, sottraendo fondi regionali, finisce per penalizzare altri progetti sulla città di Napoli che restano a secco.
Ieri – ha spiegato De Luca – abbiamo fatto un sopralluogo sulla linea 1 della metropolitana a piazza Municipio dove con gli scavi archeologici, è venuto fuori il porto Romano. La linea 1 della metropolitana – ha rivendicato – è finanziata per un miliardo di euro dalla Regione e per 82 milioni di euro dal Comune di Napoli: è chiaro chi è che difende Napoli? E allora finiamola con questa volgarissima demagogia io difendo Napoli.
No, in questo momento Napoli la sto difendendo io, non l’accordo truffa su Bagnoli che sposta il grosso delle risorse regionali al 2028 e 2029. Noi abbiamo progetti che sono pronti per domani mattina – la chiosa finale – e dobbiamo congelare le risorse per fare un po’ di propaganda”.

FSCC’è chi può fare Alice nel paese delle meraviglie e far finta che il problema non lo riguardi e c’è invece chi ha il dovere di tutelare tutto il territorio regionale, a cominciare dalla città di Napoli”. E’ uno dei passaggi della diretta social del governatore campano Vincenzo De Luca relativo allo sblocco dei fondi di Coesione destinati alla Campania.
Auguriamoci che entro il 28 giugno – l’auspicio del governatore – sia sottoscritto l’accordo di coesione con la Regione Campania e siano sbloccati i fondi. Poi – avvisa – avremo modo di ragionare su altri piani. Intanto abbiamo dovuto congelare questo miliardo e due (il riferimento va al decreto Bagnoli, ndr) perché il decreto legge è comunque operativo anche se non è stato ancora convertito in legge”.