Gridano al “tradimento” della volontà popolare, consacrata nel referendum 2011 sull’acqua pubblica. Il Comune di Napoli sta cambiando lo statuto di Abc, l’azienda speciale di gestione del ciclo idrico, e i comitati sono in rivolta. Il simbolo della protesta è sempre lui, padre Alex Zanotelli. A 86 anni sfida la canicola, e si incatena ad un albero, sotto Palazzo San Giacomo. Indossa un cartello: “Via i mercanti dell’acqua“. “È un appello perché questa roba non passi” spiega il missionario comboniano. Ad approvare la delibera di giunta, adesso, dovrà essere il consiglio comunale.
Intanto ci sono i primi effetti: si è dimessa Alessandra Sardu, presidente del consiglio d’amministrazione di Abc-Acqua Bene Comune (in scadenza l’11 giugno).
. “La proposta della giunta – dichiara il costituzionalista Alberto Lucarelli – ha tre punti critici”. Il primo è “l’espulsione dei due rappresentanti delle associazioni ambientaliste dal Cda”. Il secondo è l’eliminazione del “modello del bilancio partecipato ecologico”. Il terzo la trasformazione del “comitato di sorveglianza in comitato di partecipazione”: stop ai poteri di controllo, ora solo compiti consultivi.
Con la riforma, i membri del consiglio d’amministrazione riceveranno un compenso. Fin qui non è stato così. “Fuori i cittadini, dentro i tecnocrati” accusa Lucarelli. “Abc – sottolinea Zanotelli – è l’unico esempio al Sud di una gestione dell’acqua che funziona bene, nell’azienda non ci sono debiti, la gente non si lamenta. Quale è l’obiettivo?”. I comitati infatti temono altro: il passaggio da azienda speciale a società per azioni. L’approdo ad una spa, comunque, non è sancito dalla delibera della giunta Manfredi. “Ma ci arriveremo” sostiene Costanza Boccardi del Comitato Acqua Pubblica Napoli. La società per azioni, secondo gli attivisti, diverrebbe obbligata, con la giustificazione di partecipare ai bandi del Pnrr. Ma il cambio di pelle sarebbe affidato ad un prossimo step. Senza più le associazioni nel Cda ad opporsi, a quel punto potrebbe essere facile. Ermete Ferraro dei Verdi Ambiente e Società, appunto, imputa al Comune di ambire ad “una gestione aziendalistica e mirante al profitto”. E Zanotelli ricorda: “L’acqua è il nostro bene supremo e tutti vogliono metterci le mani”. Il missionario evoca anche lo scontro con la Regione Campania, sul tema della Grande Adduzione. Ma i comitati promettono una mobilitazione. Il 13 giugno, anniversario del referendum, saranno di nuovo in piazza.