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C’è anche un imprenditore salernitano, amministratore di fatto di una società di rivendita di autovetture di lusso operante nel Vallo di Diano, tra gli indagati raggiunti ieri dall’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza che ha portato il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza ad emettere tre misure cautelari di cui una in carcere, una di arresti domiciliari e un sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta della somma di 79.542,27 euro, nei confronti un imprenditore lucano del settore delle agenzie funebri, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, della figlia dell’imprenditore, e di un avvocato potentino, accusati a vario titolo, di peculato in merito alla gestione dell’agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” di Potenza.
Agenzia questa, già sottoposta a sequestro in quanto nella disponibilità della famiglia di imprenditori funebri lucani e affidata all’avvocato che ne era l’amministratore giudiziario.
Le indagini, coordinate dalla Procura lucana, hanno avuto inizio nel 2021, a seguito dell’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip del Tribunale di Potenza nell’ambito dell’inchiesta per associazione mafiosa dei componenti del clan Martorano-Stefanutti di Potenza. Investigazioni, che hanno portato gli inquirenti a scoprire che la gestione “di fatto” dell’Agenzia di onoranze funebri “Padre Pio Società Cooperativa” era ancora in corso da parte dell’imprenditore e dei suoi familiari anziché da parte dell’amministratore giudiziario, essendo l’impresa già stata sottoposta a sequestro preventivo dal 2009 e dal 2019 sottoposta a confisca.

Una gestione illecita da parte della famiglia lucana, a cui conseguiva un’indebita acquisizione dei profitti versati da parenti, amici dei defunti e committenti di servizi funebri, nei confronti della società che finivano nelle casse degli imprenditori anziché all’amministratore giudiziario. Le indagini inoltre, hanno portato gli inquirenti a scoprire che padre e figlia inoltre, si sarebbero appropriati illegittimamente di consistenti somme di denaro effettuando operazioni speculative con investimenti, intermediazioni e compravendite di pietre preziose, anelli e orologi e una serie di autovetture d’epoca, di lusso e di grossa cilindrata, con intestazioni fittizie avvenute con il concorso di altri indagati, tra cui del titolare di una concessionaria di rivendita di auto di lusso sita a Padula, nel Vallo di Diano.