Il triplice fischio di Valerio Crezzini di Siena, mette fine alla stagione dell’Avellino. Il cammino dei lupi si ferma al “Romeo Menti” di Vicenza. Il sogno di tornare in Serie B – seppur dalla porta secondaria – termina in semifinale. Un risultato che è la perfetta fotografia di un campionato che l’Avellino doveva domanire per staccare per prima il pass per la serie cadetta. Ci ha pensato l’underdog Juve Stabia a vincere il campionato mettendo maggior continuità nella regular season.
Del doppio confronto contro il Vicenza, targato Stefano Vecchi, resterà certamente l’amaro in bocca di non aver sfruttato al meglio la gara d’andata. Inutile ora appellarsi alle decisione arbitrali o le sviste, è mancato il killer instinct. Al ritorno, la gara ha visto i biancorossi lanciarsi alla garibaldina, confermate tutte le imrpessioni della vigilia, la riprova è la traversa colpita dopo poco da Proia. La doccia gelata è arrivata con il gol di Della Morte – errore in uscita di D’Ausilio – Ghidotti battuto col sinistro a giro. L’Avellino ha accusato il colpo per poi tornare in campo nella ripresa con il piglio diverso, la differenza questa volta è arrivata con la giocata del singolo, Costa che piazza la zampata del 2-0 con un tiro al volo che arriva in solitaria di gran carriera su calcio d’angolo. Lupi alle corde. L’episodio in favore dell’Avellino arriva con il fallo in area di rigore di Ronaldo, calcio di rigore. Patierno va dagli undici metri e non sbaglia. Espulsione di Golemic per un parapiglia, poi viene ristabilito il conto dei rossi con Armellino che cade nella trappola di Costa. Termina 2-1 per il Vicenza che avanza in finale dove troverà il Benevento.
PUNTI DI PARTENZA. E’ tempo di metabolizzare. Servirà qualche giorno, o meglio qualche settimana. Le parole di Michele Pazienza nel post gara sono chiare, anzi chiarissime. Ora bisogna guardare al futuro. Un futuro che parla ancora di Serie C per l’Avellino. Il sogno cullato, accarezzato e poi sfumato della Serie B ora non deve essere un macigno ma bensì un punto di partenza. Ci sono punti su cui il futuro va incentrato. Uno tra questi è certamente il calore dei tifosi dentro e fuori casa. La riprova – se qualcuno ne avesse l’esigenza – è arrivata domenica sera con duemila spettatori provenienti da ogni dove per dare supporto ai lupi. Chilometri e chilometri al fianco dell’Avellino.
Memori di un passato di ripartenza da zero, l’Avellino ora deve ricostruire il futuro da qui. Il tecnico di San Severo metterà sul tavolo tutto il lavoro fatto fin dal suo arrivo insieme allo staff. E’ chiaro che bisognerà puntare sulla continuità, senza distruggere di quanto buono fatto nella stagione 2023/2024. Servirà essere continui anche sotto l’aspetto dei risultati, magari sfruttando al meglio il fattore Partenio-Lombardi. Aspetto da non sottovalutare visto che spesso e volentieri, vincere in casa sembrava una chimera. Temi che saranno affrontati dalla famiglia D’Agostino nelle prossime settimane insieme all’area tecnica guidata da Giorgio Perinetti.
PUNTI DI RITORNO. Non solo rose, ma anche spine in una stagione. Detto dellla continuità, cinismo e soprattutto del fattore casalingo da sfruttare, ci sono temi che vanno rivisti. O meglio controllati. Dopo il triplice fischio non sono mancate le polemiche. Polemiche social, i classici leoni da tastiera. Pronti a fare la cresta su tutto e tutti. I sapientoni di turno, capaci di sputare veleno in ogni dove. Ebbene se si vuole puntare al ritorno in Serie B quanto prima serve unità. Unità in tutto e per tutto. Le critiche sono importanti se fatte in maniera costruttiva, al contrario quelle distruttive non servono a nulla. Anzi pesano come macigni.