Domenica è il grande giorno per il Benevento. La squadra di Auteri si gioca l’accesso alla finale per la promozione in Serie B. Tra sè e l’ultimo step, però, c’è di mezzo la Carrarese e la rete di svantaggio da recuperare. Non fa differenza giocare in casa o fuori in termini di passaggio del turno in caso di doppio pareggio, c’è vantaggio di fattore campo perchè il Vigorito si annuncia pieno e pronto a trascinare la strega verso il grande ribaltone.
Questa gara, però, presenta anche la storia nella storia. Di ‘profeti in patria’ a Benevento ne sono passati. Da Bruno a Cagnale, passando per l’ultimo in ordine di tempo Curcio, insomma tanti beneventani che sono partiti da qui per tornare da avversari. Qualcuno da ex, qualche altro senza mai aver indossato la maglia giallorossa.
Poi ci sono storie che profumano di campionati provinciali e tornei estivi che servono a emergere. Trampolini per cominciare carriere e poi trovarsi contro dopo tantissimi anni. Per certi versi è la storia di Meccariello e Coppolaro. Sanniti purosangue da storie diverse e carriere diverse, che domenica si troveranno a giocarsi la finale, l’uno contro l’altro, anche se non c’è certezza della titolarità del sannita.
Meccariello arriva dall’area caudina, un passato tra le scuole calcio di Real Airola e Alba Sannio, all’epoca società di rilievo per i settori di Allievi e Giovanissimi provinciali. Proprio la società saticulana, affiliata alla Roma, rappresentò la possibilità per cominciare a volare facendo tutta la trafila con passaggi importantissimi prima del ritorno a casa avvenuto l’estate scorsa. Un’esperienza ancora da costruire in giallorosso vistro che l’infortunio all’esordio con la Turris lo ha praticamente allontanato da ogni discorso.
Più romantica la storia di Coppolaro. Mario Di Dio il mentore, zio di Palmiro Di Dio, altro sannita esploso nel calcio che conta, l’occasione arrivò nel 2009 con l’organizzazione del torneo, partito come provinciale e diventato nazionale, ‘Scuola sport e ambiente, insieme si cresce’, organizzato dall’Asd Di Dio Team Valle Vitulanese. La Reggina mise gli occhi sul giovanissimo Coppolaro, strappandolo alla Juventus. Tutta la trafila con gli amaranto e poi il salto.
Due carriere che si sono sviluppate partendo dalla provincia, con alterne fortune e con l’anagrafe che sorride ancora a Coppolaro, forte dei suoi 27 anni, rispetto ai 33 di Meccariello. Domenica avversari per la B ma sembra quasi di essere tornati al periodo di quelle meravigliose finali provinciali che coloravano i campi sanniti. Entrambi pronti a indossare i loro piccoli completi, scarpini e correre su campi polverosi, inseguendo il proprio sogno di diventare calciatori. E il periodo era proprio questo.