Una vita passata a calcare i campi di calcio importanti, poi la naturale prosecuzione di una carriera fatta di esperienze attive tra i dilettanti fino ad arrivare alla tuta e al primo posto occupato sulla panchina. Tanti anni a dare consigli ai giovani, per Marco Candrina è arrivato il momento di fare il grande salto, una prima squadra da allenare per cercare di misurarsi e provare a tramandare tutta l’esperienza avuta nel corso della sua carriera da professionista. Allenatore abilitato dal 2008, le ultime sei stagioni le ha passate insieme ai più giovani, poi l’esperienza illuminante al fianco di un maestro come Feola, chiamato a risollevare le sorti del Matese, squadra di Serie D che quest’anno è retrocessa in Eccellenza.
“Da febbraio al fianco del mister – così inizia il racconto di Candrina – e devo dire che questi tre mesi, al di là del risultato emerso dal campo, mi sono serviti tantissimo. Ho capito alcune dinamiche che non conoscevo da giocatore. Ora mi sento pronto per il grande salto, credo sia arrivato proprio il momento”.
Le esperienze nei settori giovanili sono comunque servite, uno step importante nella crescita in un mondo nel quale non si può sbagliare e serve imparare prima l’approccio al ragazzino e poi al giocatore.
“Non nego che, specie col Matese, abbiamo ottenuto risultati importanti in termini di crescita e di base per la prima squadra. Di questo ne sono molto soddisfatto, ma il mondo del settore giovanile inizia a starmi stretto. Ho voglia di misurarmi e cominciare da categorie nelle quali posso dare un contributo importante. Il torneo di Promozione potrebbe essere un’ottima base di partenza ma, al di là della categoria, conta trovare un progetto interessante e soprattutto solido. Ho già vissuto, da calciatore, situazioni splendide a inizio stagione e poi dissolte nell’arco di pochi mesi. Ecco, queste le eviterei volentieri. Sarebbero deleterie per la mia crescita da allenatore”.