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“Ciro morto e…”, “Digos boia”, “zoppo vattene” e “Laziale ebreo”: frasi offensive, anche nei confronti di Ciro Esposito – il tifoso del Napoli che il 3 maggio 2014, prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina venne gravemente ferito a colpi d’arma da fuoco da l’ultrà romanista, Daniele De Santis – sono state scritte oggi a Roma nei pressi dell’ufficio dell’avvocato capitolino che, all’epoca, difese in giudizio la madre di Esposito, Antonella Leardi, insieme agli colleghi napoletani Angelo e Sergio Pisani. I legali Damiano De Rosa, Angelo e Sergio Pisani, hanno presentato una denuncia-querela con la quale hanno chiesto alla Procura di Roma di indagare ipotizzando i reati di diffamazione aggravata, minacce, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica. Nel documento depositato nell’ufficio inquirente viene anche chiesta l’immediata identificazione dei responsabili e la cancellazione delle scritte offensive della memoria del tifoso Ciro Esposito, oltre che incitanti alla violenza sportiva. Il gesto è stato stigmatizzato dalla madre del tifoso partenopeo, morto in ospedale dopo cinquanta giorni di agonia: “Spero almeno che facciano scomparire quell’obbrobrio”, ha detto Leardi.